SANTI GERVASO E PROTASO
GERVASIO
e PROTASIO, santi, martiri a MILANO
Le
notizie piú antiche sui santi Gervasio e Protasio risalgono al 386, anno della
invenzione dei loro corpi a Milano ad opera di s. Ambrogio.
Il
7 giugno 386, nella zona cimiteriale di Porta Vercellina (nell'area compresa
tra la basilica di S. Ambrogio, l'Università Cattolica e la caserma Garibaldi),
nel sottosuolo antistante la basilica cimiteriale dei SS. Nabore e Felice, s.
Ambrogio fece operare uno scavo: vi si trovarono i corpi dei due martiri il cui
ricordo era andato praticamente perduto nella Chiesa di Milano: tuttavia i
vecchi, ad invenzione avvenuta, affermarono di averne sentito, un tempo, i nomi
e di averne letta l'iscrizione sepolcrale. S. Agostino, presente a Milano in
quegli anni e Paolino di Milano, segretario e biografo di s. Ambrogio dicono
che il santo ebbe una rivelazione (i due scritti sono rispettivamente del
397-401 e del 422); s. Ambrogio, invece, scrivendo alla sorella Marcellina la
cronaca di quegli avvenimenti, parla solo di un presentimento.
La
sera del 18 giugno le sacre spoglie furono trasportate nella vicina basilica
Fausta per una veglia notturna di preghiere: il giorno seguente, venerdí 19
giugno, esse furono solennemente traslate, con un grandissimo, entusiastico
concorso di popolo, nella basilica detta attualmente di S. Ambrogio, che si era
appena finito di costruire, per consacrarla con questa deposizione di reliquie.
S. Ambrogio dice d'aver predisposto il luogo sotto l'altare della nuova
basilica come sua tomba: scoperti i corpi dei due martiri, cedette loro
dexteram portionem.
Da
quanto consta dalle fonti sopraindicate, sembra da escludersi in modo assoluto
che l'invenzione dei corpi dei martiri Gervasio e Protasio sia stata un
espediente di Ambrogio per meglio resistere, attraverso l'entusiasmo delle
folle, alla corte in generale ed a Giustina in particolare, che pretendevano la
consegna agli ariani di una basilica milanese; parimenti affatto gratuita è
l'opinione che i due martiri siano una trasposizione cristiana dei Dioscuri.
La
traslazione delle reliquie dei martiri Gervasio e Protasio fatta da Ambrogio a
scopo liturgico, sull'esempio delle traslazioni liturgiche orientali, ebbe un
influsso notevole in tutto l'Occidente, segnando una svolta decisiva nella
storia del culto dei santi e delle loro reliquie.
I
due santi godettero subito di una notevole popolarità, soprattutto in
Occidente: furono particolarmente venerati in Italia, a Ravenna, a Brescia ed a
Roma, dove, sotto il pontificato di Innocenzo I (402-417), la matrona Vestina
eresse una chiesa dedicata in loro onore, l'attuale S. Vitale in via Nazionale;
in Gallia, a Vienne ed a Rouen; in Spagna, a Carmona; in Africa, a Cartagine.
L'anniversario della invenzione dei loro corpi ben presto entrò nei piú
importanti Calendari e Sacramentari, come il Calendario Cartaginese, il
Sacramentario Gregoriano ed il Martirologio Geronimiano che li ricordano tutti,
concordemente, il 19 giugno Il Geronimiano, poi, li ricorda anche altre volte:
il 20 maggio (sembra per un errore di lettura e di trascrizione); il 28 luglio,
giorno dei ss. Nazario e Celso, nei cui Atti si parla anche dei ss. Gervasio e
Protasio ed il 30 ottobre (per cause ignote).
Data
la fama dei due santi e la scarsità delle notizie che li concernevano, tra la
fine del sec, V e l'inizio del VI, un autore rimasto anonimo, ne compose la
passio, inserendola in una lettera falsamente attribuita a s. Ambrogio, nella
quale, autore della passio stessa, figura nientemeno che Filippo, il primo
grande benefattore della Chiesa di Milano al tempo del vescovo s. Caio, il
quale avrebbe sepolto i due santi nella sua casa.
La
passio presenta Gervasio e Protasio come figli gemelli dei ss. Vitale e
Valeria. Morti i genitori, i due fratelli vendettero i beni di famiglia, ne
distribui rono il ricavato ai poveri e si ritirarono in una casetta ove
passarono dieci anni in preghiera e me ditazione. Denunziati come cristiani ad
Astasio, di passaggio per Milano diretto alla guerra contro i Marcomanni, non
vollero assolutamente sacrificare e perciò furono condannati a morte. Gervasio
morí sotto i colpi dei flagelli, Protasio venne invece decapitato.
La
leggenda intorno ai nostri martiri si arricchì di ulteriori precisazioni: la
Datiana historia eccle siae Mediolanensis afferma che i due santi furono
convertiti al Cristianesimo, assieme ai loro genitori, nobilissimi cittadini di
Milano, dal vescovo s. Caio che avrebbe retto la Chiesa della città dal 63
all'85 e il loro martirio sarebbe avvenuto ai tempi di Nerone (54-68).
In
realtà sembra che il martirio di Gervasio e Protasio si debba attribuire o alla
persecuzione di Diocleziano (e perciò all'inizio del sec. IV) o molto piú
probabilmente a qualcuna delle persecuzioni della metà del sec. III (di Decio o
Valeriano).
Importante
è la ricognizione delle reliquie dei ss. Ambrogio, Gervasio e Protasio avvenuta
poco dopo la metà del sec. scorso, e precisamente negli anni 1864 e 1871. Il 13
gennaio 1864, sotto l'altare maggiore della basilica di S. Ambrogio, furono
trovati due loculi: verso nord (e cioè a destra di chi celebra con la faccia
rivolta verso il popolo) il loculo piú grande dei due martiri, a sinistra,
quello piú stretto di s. Ambrogio. I corpi erano rimasti in quei due loculi
fino all'anno 835, circa, allorché l'arcivescovo Angelberto II, in occasione
del rifacimento totale della cadente basilica del sec. IV e della costruzione
dell'altare d'oro del maestro Wolvinio, li riuní in una sola urna di porfido
(anch'essa scoperta, ma non aperta nel 1864) che venne disposta in senso
trasversale sopra i ,due loculi che furono lasciati vuoti in situ. L'8 agosto
1871, per ordine dell'arcivescovo Luigi Nazari di Calabiana, I'urna di porfido
fu scoperchiata. Era per due terzi piena di acqua limpida; sul fondo stavano i
tre scheletri che, esaminati diligentemente, risultarono appartenenti ad uomini
che misuravano rispettivamente cm. 163 (s. Ambrogio), 180 e 181 (Gervasio e
Protasio). Risulterebbe da indagini fatte allora ed in seguito, che una
ricognizione dei loro corpi doveva essere avvenuta tra la fine del sec. V e
l'inizio del VI.
Quando
nel 1871 si annunciò la scoperta milanese dei corpi dei ss. Gervasio e
Protasio, cinque città asseritono di possederli anch'esse e proteste
vivacissime presso la cur1a di Milano furono fatte soprattutto dalla città di
Alt Breisach sul Reno.
La
festa dei due martiri viene celebrata il 19 giugno anniversario della loro
solenne traslazione del 386 nella basilica di S. Ambrogio; il 14 maggio la
liturgia ambrosiana ricorda la reposizione dei corpi dei ss. Ambrogio, Gervasio
e Protasio nella nuova, attuale urna preziosa, eseguita nell'anno 1874, dopo la
ricognizione del 1871.
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