BEATO FRANCISCO DE PAULA CASTILLO
Alicante (Spagna), 19
aprile 1914 - Lèrida (Spagna), 29 settembre 1936
Francisco de Paula
Castelló y Aleu subì il martirio in occasione della persecuzione anti-cattolica
infuriata con la Guerra Civile Spagnola. Giovane laico, fidanzato, allievo dei
maristi e dei gesuiti, militò nell’Azione Cattolica Spagnola. Giovanni Paolo II
lo ha beatificato l’11 marzo 2001 con altri 232 compagni, uccisi in luoghi e
date diversi.
Ben 233 martiri, vittime
della feroce persecuzione religiosa che contraddistinse la Guerra Civile
Spagnola (1936-1939) furono beatificati l’11 marzo 2001 dal sommo pontefice
Giovanni Paolo II. In questa sanguinosa strage che attraversò la Spagna, il
numero delle vittime superò il milione, colpendo persone di ogni età e classe
sociale.
E’ stato ormai appurato
da parte degli storici che, all’interno di questo terribile massacro, gli
anarchici ed i social-comunisti perpetrarono una vera e propria persecuzione
volta ad annientare la chiesa cattolica in Spagna.
I fedeli laici uccisi,
solo perché cristiani, furono decine di migliaia e tra di loro spicca un
nutrito gruppo di appartenenti all’Azione Cattolica.
Tra di essi spicca il
giovane Francisco de Paula Castelló y Aleu, nato ad Alicante il 19 aprile 1914.
Qui la sua famiglia, catalana di origine, si trovava a motivo del lavoro del
padre. Morto quest’ultimo, la madre con i tre bambini, tra cui Francisco appena
neonato, fece ritorno a Lleida, in Catalogna. Francisco studiò alla scuola dei
Fratelli Maristi e portò a termine i suoi studi superiori tecnici presso
l’istituto chimico tenuto a Barcellona dai padri gesuiti.
Studente universitario a
Oviedo (Sturias), partecipò alle attività politiche dei gesuiti ed in
particolar modo alla “Federazione dei giovani cristiani della Catalogna”, ramo
dell’Azione Cattolica Spagnola. Conclusi gli studi in Scienze Chimiche, lavorò
nel complesso Chimico “Cross” di Lleida, dove si fidanzò con Maria Pelegrí.
Chiamato al servizio militare come soldato di leva, si trovò nel mezzo dei
tragici avvenimenti della guerra civile appena scoppiata. Incarcerato la notte
tra il 21 ed il 22 luglio 1936 dai miliziani repubblicani, il 29 settembre
successivo fu sottoposto al giudizio del Tribunale popolare, ove ribadì a voce
chiara e ferma la sua fede: “Se è un delitto essere cattolico sono certamente
un delinquente e se avessi mille vite da dare a Dio Gli darei mille vite così
come non manca chi mi difenda”.
Nel leggere le sue
lettere dal carcere, il pontefice Pio XI sostenne che Francisco avrebbe potuto sicuramente
costituire un valido modello per i giovani di Azione Cattolica di tutto il
mondo.
Purtroppo la sua tomba
non può che essere identificata con la "Fosa Común de los Martires" a
Lèrida.
Giovanni Paolo II lo ha
dunque beatificato l’11 marzo 2001 con altre 232 della medesima persecuzione.
Il nuovo Martyrologium
Romanum lo ricorda così nel giorno del suo martirio: “Ad Illerda in Spagna,
ricordo del Beato Francisco de Paula Castelló y Aleu, martire, che, condannato
alla pena capitale durante la medesima persecuzione, con animo giusto e somma
fermezza non dubitò di offrire la sua morte per Cristo”.
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