SERVA DI DIO MARIA ORSOLA BUSSONE
Maria Orsola Bussone
nacque alle 22.30 del 2 ottobre 1954, nella casa della nonna materna, a Vallo
Torinese, nelle Prealpi piemontesi. Venne battezzata il 10 ottobre nella
parrocchia di San Secondo martire, dal parroco don Giuseppe Michelotti. Il
padre, Umberto, era gestore di un’officina, mentre la madre, Luigina, era
casalinga, oltre che un’abile sarta. A loro si aggiunse il secondo figlio,
Giorgio, nato il 7 maggio 1957.
Da piccola Maria Orsola
frequentò l’ultimo anno dell’asilo presso la scuola materna di Monasterolo,
tenuta dalle Suore del Cottolengo. Lasciò di sé un ricordo indelebile nelle
suore: «Era veramente buona. In vent’anni che ho tenuto l’asilo non ne ho
trovata un’altra come lei», ha dichiarato l’ex direttrice, suor Melchiorina.
Frequentò quindi le
elementari nella scuola del paese: in quel periodo ricevette la Prima Comunione
il 23 aprile 1961 e la Cresima l’11 luglio 1965, entrambe nella sua parrocchia.
Fu iscritta all’Azione Cattolica.
Una ragazza normale
Per le scuole medie, fu
iscritta all’Istituto “Federico Albert” di Lanzo, delle Suore Albertine. Era
molto diligente e otteneva buoni voti, a parte qualche difficoltà in latino.
Partecipava attivamente
alla vita e alle attività della parrocchia di Vallo Torinese: con il suo
carattere estroverso, gioviale e spontaneo, era sempre pronta ad aiutare chi
aveva bisogno. Sportiva appassionata, praticava nuoto, pattinaggio a rotelle,
sci e sfrecciava sulla sua bici.
Il quadro che si ricava,
insomma, è quello di una ragazza normale sotto tutti gli aspetti, intellettivi,
familiari, spirituali, nei rapporti con gli altri.
L’incontro col Movimento
dei Focolari
Il viceparroco di San
Secondo, poi parroco, don Vincenzo Chiarle, fu il predicatore di un ritiro che
segnò, nel 1966, il primo cambio di marcia nella vita di Maria Orsola. Il tema
era “La gloria di Dio” e ne restò affascinata: da allora, dare gloria a Dio fu
come un ritornello nei suoi impegni in famiglia e in parrocchia.
Il 2 giugno 1967
partecipò, insieme alla famiglia e a un gruppo di parrocchiani, al primo raduno
del Movimento parrocchiale, diramazione del Movimento dei Focolari, presso il
Centro Mariapoli di Rocca di Papa. Proprio in quegli anni il carisma di Chiara
Lubich, sorta sorto negli anni del dopoguerra, si stava diffondendo in tutto il
mondo.
La parrocchia tutta si
sentì coinvolta in un’opera di rinnovamento, frutto dell’incontro fra i doni
gerarchici, dati dalle riforme del dopo Concilio e fra i doni carismatici della
Spiritualità dell’Unità vissuta in maniera personale anche da Maria Orsola.
Sulla scia dei due gruppi musicali Gen Rosso e Gen Verde, imparò a suonare la
chitarra e, visto che era dotata di una bella voce, potenziata dalle lezioni di
canto apprese a Torino, divenne la solista dei “Gen ‘70”, il gruppo musicale
organizzato da alcuni giovani della parrocchia. “Gen” sta per “Generazione
nuova”, il compito che, secondo Chiara Lubich, i giovani dovevano avere per
rivoluzionare il mondo in maniera autentica e pacifica.
Le sue scoperte spirituali
Nell’estate 1968, a
conclusione del primo congresso europeo dei Gen, prima di tornarsene a Vallo,
scrisse alla fondatrice, con l’impeto della sua anima in piena rivoluzione: «Ti
voglio ringraziare per questi magnifici giorni e ti voglio dire che cosa ho
capito. In questi giorni ho capito che la chiave della gioia è la Croce, Gesù
Abbandonato. L’avevo capito sì abbastanza, ma quando arrivavano le Croci, io
non le superavo e andavo a terra. Ora invece l’ho capito e sono riuscita ad
amarla… Sai Chiara, voglio amare, amare, amare sempre, per prima, senza
aspettarmi nulla, voglio lasciarmi adoperare da Dio come vuole Lui e voglio
fare tutta la mia parte, perché quella è l’unica cosa che vale nella vita…».
Maria Orsola cambiò
totalmente: la sua crescita interiore diventò più forte. Confidò i suoi
pensieri e le sue riflessioni spirituali al diario personale, cominciato il 21
ottobre 1968 (giorno del suo onomastico) e scrivendo varie lettere a
seminaristi, sacerdoti, giovani e ragazze.
Fece proprie, in maniera
originale, le coordinate essenziali della spiritualità focolarina: la fede in
Dio-Amore; mettere Gesù in mezzo, per illuminare i rapporti col prossimo;
offrire a Dio, momento per momento, azioni, gioie e soprattutto sofferenze, in
sintonia con Gesù Abbandonato sulla Croce; infine, saper sempre ricominciare. E
tutto ciò non da sola, ma insieme, nel gruppo di coetanee e della parrocchia
Alle superiori, il primo
amore
Nell’ottobre del 1968
iniziò il Liceo Scientifico Statale “Galileo Ferraris” di Ciriè, che raggiungeva
ogni giorno in pullman. Proprio in quel periodo nacque in lei un sentimento
particolare per un ragazzo, Sandro, conosciuto in un convegno a Rocca di Papa.
Nelle sfide
dell’adolescenza, per dare quiete al suo cuore tormentato, sapeva dove trovare
il rimedio e il modello: nella Vergine Maria, che – sono parole sue – «consumò
la sua vita per Dio». Alla fine comprese, anche grazie all’aiuto del suo
parroco, che quello per Sandro forse non era vero amore, o comunque non le
permetteva di amare pienamente Dio.
Tra cultura e impegno
Vinse in seguito un
concorso sul tema «La Comunità Europea»: come premio, nel settembre 1969, andò
in viaggio con altri otto ragazzi a Bruxelles, nel Lussemburgo e a Strasburgo,
nel cuore delle sedi di governo della CEE. Fu un’esperienza che le servì per
conoscere e apprezzare i giovani degli altri Paesi.
L’impegno in parrocchia
e con il complesso, intanto, continuava. Di ritorno da un incontro per i
giovani nel paese di Cafasse, commentò, rivolta al suo parroco: «È proprio
andata bene oggi. Io sarei disposta a dare la vita perché i giovani capiscano
quanto è bello amare Dio».
La morte improvvisa
Il 3 luglio 1970,
insieme al fratello Giorgio di 12 anni e a una quarantina di bambini, ragazzi e
giovani delle parrocchie di Vallo Torinese, Varisella e Monasterolo, Maria
Orsola partì per un campo-scuola a Ca’ Savio presso Venezia, in veste di
animatrice.
La sera di venerdì 10
luglio, dopo aver animato con la chitarra e i canti il raduno finale della
giornata sulla spiaggia, andò a prepararsi per la Messa: per fare prima, prese
in prestito un asciugacapelli. L’apparecchio era difettoso: partì una scarica
elettrica, che la fulminò. Le furono praticati la respirazione artificiale e il
massaggio cardiaco, ma senza esito.
I genitori, il parroco e
il viceparroco arrivarono a Venezia nelle prime ore di sabato 1, poi, nella
notte, la salma fu portata a Vallo Torinese. Lunedì 13 luglio si svolsero i
funerali, che avevano tutto il carattere di una festa, per partecipazione di
popolo e numero di celebranti. Tra i fedeli, la rappresentanza di una
cinquantina di comunità parrocchiali e la presenza di numerosi Focolarini della
zona, insieme alla banda musicale. Le campane suonavano a stormo, mentre i
canti furono eseguiti dal complesso di giovani in cui Maria Orsola aveva
cantato e suonato.
Fama di santità
La sua fama di santità
si diffuse immediatamente e cominciò a fare affluire alla sua tomba moltissima
gente, che, più che pregare “per” lei, preferiva invocarne l’intercessione. Man
mano che il tempo passava, si veniva a conoscere la sua spiritualità profonda,
tramite il diario e le tante lettere scritte. A lei è stato intitolato il
Centro parrocchiale alla cui costruzione aveva contribuito, con i risparmi suoi
e delle sue amiche.
Gli arcivescovi di Torino
la presentarono spesso ai giovani come modello di un cristianesimo vissuto.
Anche il Papa san Giovanni Paolo II, durante la sua visita a Torino del 3
settembre 1988, indicò come in lei ci fosse «la scelta di lasciarsi innamorare
in termini assoluti facendo riferimento a Dio stesso, accettando di fare della
propria vita un dono».
Il processo di
beatificazione
Il 17 luglio 1997 la
Santa Sede ha dato il nulla osta per l’inizio del processo di beatificazione di
Maria Orsola, svolto nella diocesi di Torino dal 26 maggio 1996 al 17 dicembre
2000 e convalidato il 15 giugno 2001. La sua “Positio super virtutibus” è stata
consegnata alla Congregazione vaticana delle Cause dei Santi nel 2003. Dal 2
ottobre 2004, cinquantesimo anniversario della sua nascita, le sue spoglie
mortali riposano nella sua chiesa parrocchiale, San Secondo martire, a Vallo
Torinese.
I periti teologi della
Congregazione, il 17 settembre 2013, hanno dato parere favorevole al
riconoscimento delle sue virtù in grado eroico. Il 18 marzo 2015 papa Francesco
ha quindi autorizzato la promulgazione del decreto con cui Maria Orsola Bussone
è stata dichiarata Venerabile.
Un presunto miracolo,
esaminato dalla Consulta medica della Congregazione delle Cause dei Santi, non
è stato approvato all’unanimità.
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