SAN JUAN DIEGO
Juan
Diego, nato verso il 1474 e morto nel 1548, che prima di convertirsi al
cattolicesimo portava un affascinante nome azteco, Cuauhtlotatzin, che sta a
significare “colui che parla come un’aquila”.
Con
lo sbarco degli spagnoli nelle terre del continente latino-americano aveva
avuto inizio la lunga agonia di un popolo che aveva raggiunto un altissimo
grado di progresso sociale e religioso. Il 13 agosto 1521 segno’ il tramonto di
questa civiltà. Tenochtitlan, la superba capitale del mondo atzeco, fu
saccheggiata e distrutta. L’immane tragedia che ha accompagnato la conquista
del Messico da parte degli spagnoli, sancisce per un verso la completa caduta
del regno degli aztechi e per l’altro l’affacciarsi di una nuova cultura e
civiltà originata dalla mescolanza tra vincitori e vinti.
E’
in questo contesto che, dieci anni dopo, va collocata l’apparizione della
Madonna a un povero indio di nome Juan Diego, nei pressi di Città del Messico.
La mattina del 9 dicembre 1531, mentre sta attraversando la collina del Tepeyac
per raggiungere la citta’, l’indio e’ attratto da un canto armonioso di uccelli
e dalla visione dolcissima di una Donna che lo chiama per nome con tenerezza.
La Signora gli dice di essere "la Perfetta Sempre Vergine Maria, la Madre
del verissimo ed unico Dio" e gli ordina di recarsi dal vescovo a
riferirgli che desidera le si eriga un tempio ai piedi del colle. Juan Diego
corre subito dal vescovo, ma non viene creduto.
Tornando
a casa la sera, incontra nuovamente sul Tepeyac la Vergine Maria, a cui
riferisce il suo insuccesso e chiede di essere esonerato dal compito
affidatogli, dichiarandosene indegno. La Vergine gli ordina di tornare il
giorno seguente dal vescovo, che, dopo avergli rivolto molte domande sul luogo
e sulle circostanze dell’apparizione, gli chiede un segno. La Vergine promette
di darglielo l’indomani. Ma il giorno seguente Juan Diego non puo’ tornare: un
suo zio, Juan Bernardino, è gravemente ammalato e lui viene inviato di buon mattino
a Tlatelolco a cercare un sacerdote che confessi il moribondo; giunto in vista
del Tepeyac decide percio’ di cambiare strada per evitare l’incontro con la
Signora. Ma la Signora è la’, davanti a lui, e gli domanda il perche’ di tanta
fretta. Juan Diego si prostra ai suoi piedi e le chiede perdono per non poter
compiere l’incarico affidatogli presso il vescovo, a causa della malattia
mortale dello zio.
La
Signora lo rassicura, suo zio e’ gia’ guarito, e lo invita a salire sulla
sommita’ del colle per cogliervi i fiori. Juan Diego sale e con grande
meraviglia trova sulla cima del colle dei bellissimi "fiori di
Castiglia": è il 12 dicembre, il solstizio d’inverno secondo il calendario
giuliano allora vigente, e né la stagione nè il luogo, una desolata pietraia,
sono adatti alla crescita di fiori del genere. Juan Diego ne raccoglie un mazzo
che porta alla Vergine, la quale pero’ gli ordina di presentarli al vescovo
come prova della verita’ delle apparizioni. Juan Diego ubbidisce e giunto al
cospetto del presule, apre il suo mantello e all’istante sulla tilma si imprime
e rende manifesta alla vista di tutti l’immagine della S. Vergine. Di fronte a
tale prodigio, il vescovo cade in ginocchio, e con lui tutti i presenti.
La
mattina dopo Juan Diego accompagna il presule al Tepeyac per indicargli il
luogo in cui la Madonna ha chiesto le sia innalzato un tempio. Nel frattempo
l’immagine, collocata nella cattedrale, diventa presto oggetto di una devozione
popolare che si è conservata ininterrotta fino ai nostri giorni. La Vergine ha
scelto come suo interlocutore un “povero indio”, Juan Diego, nato verso il 1474
e morto nel 1548 a Guadalupe, che prima di convertirsi al cattolicesimo portava
un affascinante nome azteco, Cuauhtlotatzin, che sta a significare “colui che
parla come un’aquila”. Varie fonti ci tramandano i dati biografici del veggente
del Tepeyac: egli e’ un macehual, cioe’ un uomo del popolo, piccolo coltivatore
diretto in un modesto villaggio: poco più di niente, nella società azteca
complessa e fortemente gerarchizzata. Cuauhtlotatzin fu tra i primi a ricevere
il battesimo, nel 1524, all’eta’ di cinquant’anni, con il quale gli fu imposto
il nuovo nome cristiano di Juan Diego, e con lui venne battezzata anche la
moglie Malintzin, che prese a sua volta il nome di Maria Lucia.
Il
neoconvertito si distingueva in mezzo agli altri per la sollecitudine nel
frequentare la catechesi e i sacramenti, senza badare ai sacrifici che questo
richiedeva: si poneva in cammino fin dalle prime ore del giorno per raggiungere
Santiago di Tlatelolco, dove i francescani radunavano gli indigeni per
catechizzarli. Rimasto vedovo dopo solo quattro anni, Juan Diego orienta la sua
vita ancora più decisamente verso Dio: trascorre tutto il suo tempo fra il
lavoro dei campi e le pratiche della religione cristiana, fra cui l’ascolto
della catechesi impartita agli indigeni convertiti dai missionari spagnoli.
Conduce una vita esemplare che edifica molti. L'esperienza eccezionale vissuta
sul Tepeyac s'inserisce in un’esistenza gia’ trasformata dalla grazia del
battesimo e cementata dall’incontro con la Madre di Dio che ne potenzia in modo
straordinario il cammino di fede, fino a spingerlo ad abbandonare tutto, casa e
terra, per trasferirsi in una casetta che il vescovo Zumàrraga gli ha fatto
costruire a fianco della cappella eretta in onore della Vergine di Guadalupe.
Qui
Juan Diego vive per ben 17 anni in penitenza e orazione, assoggettandosi agli
umili lavori di sagrestano, senza mai mancare al suo impegno di testimoniare
quanto Maria ha fatto per lui e può fare per tutti quelli che con affetto
filiale vorranno rivolgersi al suo cuore di Madre.
La
morte lo coglie nel 1548, quando ha ormai 74 anni.La sua fama di santita’, che
gia’ l’aveva accompagnato in vita, cresce nel tempo fino ai nostri giorni,
finche’ nel 1984 si dette finalmente inizio alla sua causa di beatificazione e
si pose mano all'elaborazione della Positio, orientata a comprovarne non solo
il culto, da tempo immemorabile, ma anche a dimostrare le virtu’ del servo di
Dio e a illustrarne la vita, separate il piu’ possibile dal fatto guadalupano.
Attraverso una solida base documentale si voleva cioe’ dimostrare che Juan
Diego, per i suoi soli meriti di cristiano, era degno di assurgere agli onori
degli altari, finche’ – al termine di un complesso iter ecclesiastico - con il
decreto Exaltavit humiles (6 maggio 1990), se ne e’ finalmente concessa la
memoria liturgica, fissata al 9 dicembre, data della prima apparizione della
“Morenita”. Giovanni Paolo II ha dichiarato beato il veggente Juan Diego nel
1990, per proclamarlo infine santo nel 2002
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