SERVA DI DIO ANGELA IACOBELLIS
Nacque
a Roma il 16 ottobre 1948 dove visse i primi anni della sua vita, poi si
trasferì con la famiglia a Napoli. Il suo bel viso era lo specchio della sua
purezza e della sensibile umanità che l'animava.
Amòla VERGINE SS. e GESU’ EUCARISTIA in un modo
incomparabilmente vivo e sentito. Il Rosario ed il Vangelo l' accompagnarono in
tutto il breve pellegrinaggio terrestre. Esuberante di vita irradiava ottimismo
e coraggio su tutti quelli che ebbero la fortuna di conoscerla. Cosciente del
grande mistero del Sacramento, ancor prima di ricevere la Prima Comunione ,
abbracciava e baciava i suoi familiari che tornavano dalla chiesa, dove avevano
ricevuto la S. Comunione ,
perché diceva, per lei era come abbracciare Gesù.
Angela non è stata una fanciulla prodigio, ma una fanciulla normalissima nei suoi affetti familiari, nella scuola, con le compagne, nei giochi, nei divertimenti della sua età. Aveva grande amore della verità e della sincerità: ai poveri spesso regalava le sue cose più care mostrando un grande amore all' equilibrio spirituale, religioso e cristiano. Amava molto leggere il Vangelo che portava sempre con sè, dicendo che bisognava dare il primo posto a Dio.
Amò
Angela non è stata una fanciulla prodigio, ma una fanciulla normalissima nei suoi affetti familiari, nella scuola, con le compagne, nei giochi, nei divertimenti della sua età. Aveva grande amore della verità e della sincerità: ai poveri spesso regalava le sue cose più care mostrando un grande amore all' equilibrio spirituale, religioso e cristiano. Amava molto leggere il Vangelo che portava sempre con sè, dicendo che bisognava dare il primo posto a Dio.
In
un quadernetto, una specie di diario, segnava qualche cosa della sua vita
intima, i suoi "fioretti" (com' erano chiamati una volta) e vi
scriveva per esempio: "Oggi ho fatto sedere un povero vecchietto curvo al
mio posto" poi, tra parentesi: "benché fossi stanca". "Oggi
ho mangiato tutto quello che mi hanno dato" e, tra parentesi, "benché
non ne avessi voglia".
Nutriva
una particolare simpatia per San Francesco e Santa Chiara. Quand' era ad
Assisi, ospite delle Suore Clarisse, rinunziava al riposo pomeridiano per stare
nella chiesa vuota, in quell' ora, tutta sola ad adorare Gesù Sacramentato. Le
suore del Convento di Santa Chiara l' amavano teneramente, la conoscevano fin
da piccola (trascorreva, infatti, le vacanze con i suoi familiari ad Assisi)
seguendola spiritualmente e lei passava ore ad ascoltare volentieri i sermoni
spirituali che le impartiva Madre Imelda.
Angela, in coerenza con il suo grande amore verso Gesù e Maria, aveva orrore di qualunque peccato, in particolare per la bestemmia, e così, quando l' udiva, era presa da un immediato e visibile fremito di dolore: quasi fosse lei stessa personalmente colpita. Stringeva allora in modo quasi convulso il braccio di chi le era accanto supplicando: "Su presto, facciamo riparazione, recitiamo subito una Salve Regina".
Angela, in coerenza con il suo grande amore verso Gesù e Maria, aveva orrore di qualunque peccato, in particolare per la bestemmia, e così, quando l' udiva, era presa da un immediato e visibile fremito di dolore: quasi fosse lei stessa personalmente colpita. Stringeva allora in modo quasi convulso il braccio di chi le era accanto supplicando: "Su presto, facciamo riparazione, recitiamo subito una Salve Regina".
Ad
11 anni le si manifestò una malattia subdola: la leucemia. Senza ribellarsi
accettò consapevolmente la volontà di Dio nella preghiera e nel colloquio
intimo e semplice con il Signore. In questa dolorosa fase della sua vita Angela
nutrì una grandissima devozione verso San Pio da Pietrelcina dal quale si
confessò, per l' occasione La fanciulla aveva preparato un promemoria,
ritrovato poi nella sua borsetta, elencante tutte le sue speranze e le sue
promesse da confidare al Santo frate. Quest' ultimo, dopo aver ascoltato
Angela, le rispose di non scoraggiarsi, di pregare e di avere fiducia nel
Signore, ma che occorreva fare la Sua Volontà. In una lettera inviata alla morte
della fanciulla ai genitori, Padre Pio confiderà a questi ultimi di aver
presagito la morte dalla piccola ma, ovviamente, non avrebbe potuto confessarlo
né all' interessata, né alla famiglia. Da allora, Angela prese l' abitudine di
scrivere al religioso ogni dieci giorni, iniziando così una fitta
corrispondenza nella quale ella, di carattere restìo ad aprire l' animo a
persone non intime, fece eccezione per la stima e fiducia che aveva riposto in
lui. Fu così che Padre Pio divenne suo Padre Spirituale e fu così che si
aggiunse, dunque, nella vita spirituale di Angela, un' importante tassello che
l' avrebbe preparata al congiungimento finale con il Signore.
Soffrì con pazienza i dolori atroci della malattia, con altrettanto eroismo si staccò gradatamente da tutto quello che aveva immensamente amato. Quanta dignità e consapevolezza nei suoi lunghi ed eroici silenzi!.. Predicò tacendo e con l'esempio. Spesso soleva dire: “Tutti quelli che hanno delle pene e fastidi che vengano da me perché io me la sbrigherò con Gesù e vedrete che anche i leoncini diventeranno agnelletti!”. Volò al "Signore" il 27 marzo 1961, Lunedì Santo alle ore 10,20 all’età di 12 anni.
Padre Mariano da Torino, suo divulgatore ed ora Venerabile Servo Di Dio, presentò Angela Iacobellis alla Televisione Italiana, il 3 febbraio 1970, come una bambina che ben presto divenne adulta nello spirito e matura per l’ eterno incontro con Dio su nel Cielo perché, oltre a crescere in età, seppe e volle crescere in Cristo e per suo amore, nella Sua Grazia e Sapienza. Nel presentarla, egli pronunciò codeste testuali parole :
“.....E finalmente, in Angela Iacobellis, più che deporre un fiore sulla tomba di una fanciulla dodicenne, Angela è da additare all’ ammirazione di tutti come un capolavoro della grazia!”.
Soffrì con pazienza i dolori atroci della malattia, con altrettanto eroismo si staccò gradatamente da tutto quello che aveva immensamente amato. Quanta dignità e consapevolezza nei suoi lunghi ed eroici silenzi!.. Predicò tacendo e con l'esempio. Spesso soleva dire: “Tutti quelli che hanno delle pene e fastidi che vengano da me perché io me la sbrigherò con Gesù e vedrete che anche i leoncini diventeranno agnelletti!”. Volò al "Signore" il 27 marzo 1961, Lunedì Santo alle ore 10,20 all’età di 12 anni.
Padre Mariano da Torino, suo divulgatore ed ora Venerabile Servo Di Dio, presentò Angela Iacobellis alla Televisione Italiana, il 3 febbraio 1970, come una bambina che ben presto divenne adulta nello spirito e matura per l’ eterno incontro con Dio su nel Cielo perché, oltre a crescere in età, seppe e volle crescere in Cristo e per suo amore, nella Sua Grazia e Sapienza. Nel presentarla, egli pronunciò codeste testuali parole :
“.....E finalmente, in Angela Iacobellis, più che deporre un fiore sulla tomba di una fanciulla dodicenne, Angela è da additare all’ ammirazione di tutti come un capolavoro della grazia!”.
In
seguito alle numerose segnalazioni di persone che, per l'intercessione di
Angela, asserivano di aver ricevuto favori e grazie, la fama della "Serva
di DIO" si è diffusa presto in tutto il territorio nazionale. Ne sono
seguiti i necessari accertamenti a seguito dei quali, il 1° febbraio 1991,
veniva presentato al Cardinale Michele Giordano, Arcivescovo di Napoli, il "supplice
libello" ossia la domanda di apertura del Processo Informativo Diocesano
presso la Curia
per l'introduzione della causa di beatificazione. L’11 giugno del 1991, la Santa Sede ha concesso
il ‘nulla osta’ per il processo di beatificazione. Il 21 novembre 1997 la salma,
rimasta incorrotta, è stata traslata dalla cappella di famiglia nel cimitero di
Napoli, alla chiesa di San Giovanni dei Fiorentini nel quartiere Vomero di
Napoli.
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