SERVO DI DIO GUIDO DE FONTGALLAND
Era un conte, - un piccolo conte - con una grande voglia di vivere e di farsi strada nel mondo... Ma Gesù, il giorno della sua 1a Comunione, gli disse: "Io farò di Te, il mio angelo".
"Un segreto, un segreto" .
Nell'estate 1924, la famiglia Fontgalland andò in pellegrinaggio a Lourdes, dove rimasero molti giorni e Guido incominciò a far "pazzie d'amore". Ogni mattina,
Percorse più volte, pregando, la "via crucis".
Ogni momento, era buono per scappare dall'hotel alla grotta per pregare da solo.
"Mio caro piccolo Guido, verrò presto a prenderti. Sarà di sabato.
Ti accoglierò dalle braccia della tua mamma e ti porterò in Cielo".
Guido non percepiva nulla di quanto gli accadeva intorno.
A mezzogiorno, non era ancora arrivato all'hotel: vi giunse assorto, come fuori di sè.
La mamma gli domandò: "Che cos'hai, bambino mio?".
Rispose: "
Lo stesso giorno, la famiglia ritornò a Parigi.
Nella sua camera, Guido collocò un quadro della Madonna di Lourdes per ricordarsi della sua "promessa".
Il 30 novembre 1924, si fece grande festa per il suo 11° compleanno.
Guido sapeva che la sua vita volgeva al termine, che stava per iniziare la vera vita.
La domenica 7 dicembre 1924, andò a dormire che stava bene, ma durante la notte, la mamma sentì chiamare.
Accorse e trovò il figlio in preda a una crisi di soffocamento.
Poco dopo si riprese e disse: "Mamma, devo dirti un segreto che ti farà piangere".
Una pausa lunga.
Poi: "Io devo morire adesso.
Quando avevo sette anni, il giorno della mia prima Comunione, Gesù mi disse: "Tu non diventerai prete. Voglio fare di te un mio angelo.
E io gli risposi sì...
Ricordi, mamma? A Lourdes,
"...verrò di sabato... ti porterò in Cielo".
Il medico, subito arrivato, dopo averlo visitato, disse: "Deve essere vaccinato contro la difterite... Ma forse è già tardi".
Cominciarono le cure: Guido offriva le sue sofferenze "in espiazione del peccato di aver avuto poca voglia di studiare, per poter andare subito in Paradiso dopo la sua morte".
A Natale, sembrava stare meglio: non c'era più traccia di difterite, ma Guido disse: "
Già alla sera, la sua situazione precipitava: "Voglio il mio confessore".
Il papà chiamò il medico: "No, prima il confessore, gridò Guido, poi il medico".
Giunsero insieme i due: il medico e il confessore.
Guido prima volle comunicarsi e ricevere
Un solo rimpianto: "Avrei tanto desiderato di far conoscere Gesù a tutto il mondo. Volevo farlo amare... Da grande, avrei costruito un aereo per andare a predicare Gesù in tutto il mondo!".
Ma ha pure una grandissima gioia: "Io andrò dritto in Paradiso". "Gesù è il Cielo" .
- Negli ultimi giorni, tra genitori e figlio, tra mamma e il figlio, si intrecciarono dialoghi meravigliosi.
Il 1° gennaio 1925, domandò:
"Perché suonano le campane?".
"È l'inizio dell'anno nuovo, buon anno, bambino mio".
"Io non posso augurarti un anno di gioia. dovrò morire. Ma è l'Anno Santo, un bell'anno per andare in Cielo".
L'indomani volle
Ricevuta
"Coraggio, bambino mio, non aver paura!".
'Io non ho paura, neppure della morte perché essa è la porta del Paradiso. Gesù e io ci vogliamo molto bene".
La mamma disse: "Spero ancóra che Gesù ti guarisca".
Guido: "Non lo farà. È meglio così. Io ho solo undici anni e sono puro come un angelo.
"Bambino mio, come lo immagini il Cielo, il Paradiso?".
Guido: "Io non lo immagino affatto: Gesù è il mio Cielo!".
Sabato 24 gennaio 1925, domanda: "Oggi che giorno è?".
"È sabato 24 gennaio!". "Oh! Sabato, ecco il mio giorno.
Alle ore 12 chiamò il papà: "Fai venire il mio confessore che mi porti l'olio dei malati. Non posso più ricevere
Venne il sacerdote... Guido baciò più volte il Crocifisso. Ad un tratto, si alzò seduto sul letto, fissò un punto della camera e disse:
"Gesù, ti amo!".
Ora davvero Gesù era diventato il suo Cielo. Perché non esiste un altro Paradiso che Lui: Gesù eucaristico sulla terra, Gesù glorioso nell'eternità.
Guido De Fontgalland, il ragazzo che aveva sempre detto "sì" a Gesù, cominciava la sua missione:
"Io farò di te il mio angelo".
Cioè il messaggero di Cristo, perché altri ragazzi, altri fratelli, piccoli e grandi, lo amino e lo facciano amare.
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