BEATA MARIA DI GESÙ DELUIL-MARTINY
Se
tu incontrassi una giovane creatura, intelligente, colta, dolce e forte,
luminosa di bellezze e di santità come un angelo, non ne proveresti forse il
fascino? Sto parlando di Maria Deluil-Martiny, nata a Marsiglia il 28 maggio
1841, da distinta e cattolicissima famiglia. Assai vivace, ancora bimba, già
impara il latino e sa parlare disinvolta e sicura davanti a chiunque. È mandata
a studiare presso la Visitazione della sua città e anche lì è sbarazzina e un
po’ monella. Eppure sa raccogliersi in preghiera come se non fosse più di
questo mondo, è umile e mite, arrossisce quando viene elogiata per i suoi
successi scolastici.
Ma,
ecco di nuovo scherzi e marachelle... sovente viene in visita al monastero
l’Arcivescovo di Marsiglia, Mons. Eugenio De Mazenos, amico di famiglia dei
Deluil-Martiny, e le Visitandine gli narrano lo sconquasso che suscita di tanto
in tanto la piccola demoiselle, lei presente, tanto per umiliarla.
L’Arcivescovo ascolta imperturbabile e, santo e profeta qual è, risponde
sorridendo: «Sarà la Santa Maria di Marsiglia».
La
mia anima un altare
Maria
ha già fatto una grande scoperta: Gesù nell’Eucaristia si offre al Padre in
sacrificio sull’altare, come sulla croce. Gesù è realmente presente nel
tabernacolo e questo è troppo bello per lei e quasi va in estasi solo a
pensarlo. Mentre si prepara alla prima Comunione, spesso dice ad un’amica: «Ma
ci pensi? In questo momento, il Sangue di Gesù è offerto in sacrificio nel
sacro calice, per noi!».
Il
22 dicembre 1853, riceve la prima Comunione; un mese dopo, il 29 gennaio 1854,
la Cresima da Mons. De Mazenos (che Papa Giovanni Paolo II iscriverà tra i
santi il 3 dicembre 1995). Ormai Maria vuole essere una cosa sola con Gesù,
vivere nel suo cuore, offrirsi con Lui nel calice eucaristico. Inizia a
confessarsi sovente, assetata di candore e di grazia; si accosta alla Comunione
il più che può e così cresce nell’intimità con il Signore Gesù.
Voglio
un solo amore
Completa
gli studi al Collegio della Ferrandière presso Lione, fino a 17 anni, quando
dopo un ritiro, scrive: «Obbedire a Dio è il primo dovere. Chi potrei io amare?
Gesù è il solo amabile. La via che Egli indica, conduce al Cielo. In punto di
morte, non vorrei aver amato che Lui solo».
È
certa che Dio la vuole per sé.
Si
reca ad Ars a chiedere consiglio al Santo Curato. Il quale le fa intravedere
tempi lunghi prima di poter realizzare la sua vocazione.
Ritorna
a casa e, con ogni delicatezza, si dedica ai suoi cari, i genitori, le sorelle
e il fratello minore. Rifiuta il matrimonio e vive come una consacrata nel
mondo. Vive solo di Gesù e per Gesù.
Entra
in relazione con la Visitazione di Bourg e si iscrive all’associazione della
“Guardia d’onore del Sacro Cuore di Gesù”, impegnandosi a trascorrere ogni
giorno un’ora in unione strettissima a Gesù presente nel Tabernacolo.
Diffonde
l’associazione tra Vescovi, Sacerdoti e fedeli, con l’intento di pregare molto
per il mondo, di riparare i peccati, di adorare Gesù eucaristico. È apostola
intrepida di Lui, così da suscitare la beffa dei giornali più laicisti di
Parigi, per il suo apostolato tutto incentrato su Gesù, unico Salvatore
dell’umanità, Gesù che molti rifiutano per un mondo senza di Lui e contro di
Lui.
Maria
conosce le trame segrete dei senza Dio e sa che cosa essi preparano contro Gesù
Cristo e contro la sua Chiesa. Ma nessuno la ferma nella sua azione. Nel 1865,
incontra a Bourg, Don Daniele Comboni e ne diventa collaboratrice con la
preghiera e le opere, con il suo contributo personale per le missioni in Africa.
Anche Papa Pio IX è informato ed ammirato di quanto fa la petite Marie.
Davanti
alle macchinazioni dei nemici di Dio per far del mondo solo il regno dell’uomo,
ella si impegna con tutte le sue energie perché «è Cristo che deve regnare»,
essendo stato il mondo voluto da Dio soltanto in Cristo: la sua divina
regalità. Nel 1866, nell’attesa di luce per il suo futuro, Maria si affida alla
direzione del padre gesuita Jean Calage e scopre il disegno di Dio: «Sarò
adorazione della Santissima Trinità, per mezzo del Cuore eucaristico di Gesù...
Gesù ha fatto della mia anima un altare su cui si offre al Padre».
Fondatrice
nel sangue
Sente
che dovrà dar vita ad un’Opera i cui membri si uniscano a Gesù sacerdote e
vittima, in una sola offerta per ottenere alla Chiesa numerosi e santi
sacerdoti, per riparare i sacrilegi e le profanazioni contro l’Eucaristia e le
persecuzioni agli Ordini religiosi, scatenate in Europa. Padre Calage la
prepara alla nuova fondazione. Intanto è in prima linea nell’apostolato nella società,
anche quando, dopo il 1870, è difficile e rischioso dimostrarsi cattolici
militanti, essendo giunti al potere in Francia (e quasi dappertutto in Europa),
i nemici della Chiesa.
Modello
autentico, la giovane Maria, per i cattolici impegnati anche oggi nel mondo per
condurlo a Gesù. Finalmente, nel 1873, Dio le apre la via e Maria spicca il
volo. Un prete belga, Mons. Van den Berghe, la invita a fondare il suo Istituto
in Belgio. Il cardinal Dechamps, Arcivescovo di Malines, la riceve, l’ascolta,
approva il suo progetto, definendola la Santa Teresa d’Avila del nostro secolo.
Il
20 giugno 1873, festa del Sacro Cuore di Gesù, a Berchem, presso Anversa, Maria
Deluil-Martiny, con un piccolo gruppo di giovani donne che lei ha formato,
riceve il bianco velo e diventa Madre Maria di Gesù. È nata una nuova famiglia
religiosa, le Figlie del Cuore di Gesù.
Vivono
di Gesù eucaristico nella partecipazione quotidiana alla Santa Messa, suo
Sacrificio, nell’adorazione continua davanti al tabernacolo, giorno e notte, per
il sacerdozio e per la Chiesa. Proprio come Madre Maria ha voluto da sempre:
«L’Ostia è diventata indispensabile alla mia vita e vorrei non allontanarmene
mai». Si ispira agli ultimi anni della Madonna su questa terra, dopo
l’Ascensione di Gesù al cielo, quando viveva solo nel ricordo del Calvario,
nella partecipazione all’Eucaristia, per la Chiesa nascente e i suoi Apostoli.
Le
restano poco più di dieci anni di vita. La giovane Madre fonda ancora due
monasteri, ad Aix-en-Provence e a La Servianne, nel castello di sua proprietà
presso Marsiglia. Accorrono molte giovani a consacrarsi a Gesù sulle orme di
questa donna singolare e straordinaria. È lucida e consapevole delle necessità
del suo tempo. All’apostasia, alla negazione di Cristo e alla lotta contro la
Chiesa per eliminarla, alla congiura contro il sacerdozio e contro
l’Eucaristia, Madre Maria di Gesù risponde con la preghiera e con l’azione: «Il
mondo non vuole saperne di Gesù Cristo. A queste empietà sataniche rispondiamo
con aperta fermezza: Gesù deve regnare, poiché a Lui appartiene il dominio nei
secoli e tutte le nazioni gli sono date in eredità».
Ma
una donna così, anche in clausura, dà enorme fastidio. Il 27 febbraio 1884,
cade sotto la rivoltella di Louis Chave, il giardiniere del monastero, un
anarchico che le spara alla gola, in odio alla fede: vergine e martire di Gesù.
Nonostante
le innumerevoli difficoltà, la sua Opera si diffonde e nessuno la ferma: dalla
Francia giunge a Venezia e a Roma.
Il
22 ottobre 1989, papa Giovanni Paolo II la eleva alla gloria degli altari: la
Beata Maria di Gesù, dal singolare fascino è di sconcertante attualità, è come
se fosse vissuta oggi, per cui avvicinarla è scoprire la Verità sul nostro
tempo ed essere mobilitati in una stupenda missione da un ardente amore a Gesù
nel Santissimo dei suoi Sacramenti.
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