DON MICHELE RUA
Don
Michele Unia arriva in Colombia nel 1890 con la sedicesima spedizione
missionaria.
Dopo
un anno e mezzo di lavoro educativo e apostolico nella capitale, don Unia
chiese a don Rua e all’arcivescovo di Bogotà l’autorizzazione di occuparsi dei
lebbrosi, malattia ben presente in Colombia. Era giunto a questa scelta dopo
aver meditato il brano di Vangelo in cui Gesù guarisce dieci lebbrosi.
Il
26 agosto 1891 arrivò ad Agua de Dios, una località sperduta nella campagna, a
tre ore di cammino dalla capitale. Qui trovò circa 850 persone infette dalla
lebbra.
Iniziò
il suo lavoro di assistenza religiosa e materiale, si prodigò in tutti i modi e
non negò a nessun ammalato segni di affetto e di accoglienza.
Con
l’aiuto delle Suore del Tours aprì un Asilo infantile. Fece quindi costruire un
acquedotto per l’acqua potabile. Consapevole del loro valore educativo e
rasserenante, introdusse il canto e la musica strumentale per alleviare la
sofferenza degli ammalati.
Nel
1893 lo colpì la idropisia. Dovette abbandonare la Colombia e rientrare in
Italia per curarsi. Mentre provvede alle cure, coglie occasione per
sensibilizzare sul suo lavoro e chiedere aiuti di personale. Tornò nuovamente
in Colombia: e con lui anche il giovane don Luigi Variara.
Nel
1895, sempre a causa della malattia, dovette rientrare definitivamente in
Italia. Il 9 dicembre 1895, a 46 anni, raggiunge don Bosco in Paradiso.
Tutto
il mondo lo considerò il secondo grande apostolo dei lebbrosi dopo Padre
Damiano. Il Parlamento Colombiano gli decretò una statua di marmo ad Agua de
Dios come espressione di gratitudine nazionale. Per il mondo salesiano l’azione
di don Unia è stata apertura di una frontiera nuova: quella verso i malati
emarginati.
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