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Visualizzazione dei post da agosto, 2021

MADRE ISABELLA DE ROSIS

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  Famiglia e primi anni   Isabella de Rosis nacque il 9 giugno 1842 a Rossano Calabro in provincia di Cosenza. I suoi genitori, Domiziano de Rosis e Gabriela Francesca Berlingieri, appartenevano alle migliori famiglie di Rossano e di Crotone. Fu battezzata il 2 agosto 1842 nella chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista a Rossano. Sin da bambina fu incline alla pietà, che riuscì a coltivare nonostante le difficoltà frapposte dall’ambiente familiare.      Educanda nel monastero di Santa Chiara a Napoli   A 10 anni, nel 1853, entrò nel convitto del celebre monastero di Santa Chiara a Napoli. I genitori avevano scelto per lei quella sistemazione perché potesse ricevere la formazione adatta al suo ceto sociale. Inoltre, nello stesso monastero vivevano due zie materne, suor Maria Crocifissa (al secolo Eleonora Berlingeri) e suor Maria Vittoria (Vittoria Berlingeri). Isabella ricevette effettivamente un’educazione completa, sia dal punto di vista culturale, sia da quello

ENRICO MEDI

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  26 Aprile 1911 Enrico Medi nasce a porto Recanati da Arturo e Maria Luisa Mei, originari di Belvedere Ostrense.  Dal 1914, e negli anni seguenti, trascorre la sua infanzia a Belvedere Ostrense con la famiglia e i nonni, e qui frequenta la scuola elementare. Di fondamentale importanza è l’educazione cristiana che riceve dai nonni e dai genitori. Il suo incontro con l’Eucarestia, fortemente desiderato, avviene il 20 ottobre 1920 nella cappellina privata della casa di Belvedere Ostrense: qui riceve la Prima Comunione da Don Mancinelli. Nel 1920, per motivi di lavoro, la famiglia si trasferisce a Roma, dove Enrico frequenta prima il collegio di Santa Maria dei Padri Marianisti e in seguito il liceo classico “Istituto Massimo dei Gesuiti”, dove si diploma e diviene il primo presidente della “Lega Missionaria Studenti”, da lui fondata insieme a Gabrio Lombardi.   Precoce e brillante negli studi, all’età di 16 anni inizia la sua carriera universitaria e nel 1932 consegue la

IL BEATO GIOVANNI DUNS SCOTO

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L’entrata sulla scena culturale di Giovanni Duns Scoto coincide con il ventennio che separa la seconda condanna dell’aristotelismo (1277) con il primo decennio del XIV secolo, cioè con quel periodo storico in cui, all’Università di Parigi, si formano le “scuole di pensiero”: quella “domenicana”, intorno a Tommaso d’Aquino; quella “francescana”, intorno a Bonaventura da Bagnoregio; e quella “eclettica”, intorno ad Enrico di Gand e a Goffredo di Fontaines. Duns Scoto, invece di scegliere una di esse, ne fonda una propria, chiamata “scotista”, profondamente innovativa, da essere paragonata, anticipatamente, alla “rivoluzione copernicana”.   La vita Il profilo biografico di Duns Scoto segue l’indicazione “nazionale”, incisa sul monumento sepolcrale, custodito nella navata sinistra della chiesa di San Francesco d’Assisi, in Colonia, che recita: Scotia me genuit / Anglia me suscepit / Gallia me docuit / Colonia me tenet: (la Scozia mi ha dato i natali / l’Inghilterra mi ha accolto / la

SANTA MARIA BERTILLA

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  Nata nel 1888 in provincia di Vicenza, in una famiglia contadina, con l'aiuto del parroco, entrò nel 1905 nelle suore Maestre di Santa Dorotea Figlie dei Santissimi Cuori a Vicenza. Divenuta infermiera, lavorò nell'ospedale di Treviso, dove si dedicò a servire i malati nel corpo e nello spirito, infaticabile nell'aiutare le consorelle. Nonostante fosse stata colpita da un tumore a soli 22 anni, continuò con impegno il proprio lavoro, reso più faticoso dalle difficoltà e dalle tensioni della prima guerra mondiale. Mandata a Como, soffrì molto per l'incomprensione di qualche medico e della propria superiora senza mai lamentarsi o protestare. Tornata a Treviso, riprese il suo lavoro in ospedale nonostante l'aggravarsi della malattia. Morì a 34 anni, nel 1922. La sua grandezza spirituale sta nell'aver cercato nella fatica, nell'umiltà, nel silenzio, un'unione con Dio sempre più profonda. Le sue spoglie si trovano ora a Vicenza, nella Casa madre della sua c

SANTA EMILIA DE VIALAR

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  Sua madre muore mentre in carrozza accompagna lei tredicenne al collegio parigino delle Dame dell’Abbaye-au-Bois, per signorine di alta condizione. Dal lato paterno, Emilia appartiene a un casato di uomini di legge; e il suo nonno materno è il ricchissimo barone Antonio Portal, scienziato e medico del re Luigi XVIII. Da Parigi, Emilia ritorna quindicenne a Gaillac per stare col padre e i due fratelli, più giovani di lei. Ma il padre sembra ormai indifferente a tutto e a tutti. Chi manda avanti la casa è una domestica fidata, laboriosa, decisionista. E per Emilia questi sono anni confusi: bella e ricca com’è, non si sposa, e pare che non sappia cosa fare. Durante una missione popolare, i predicatori la orientano verso i drammi della povertà, e lei dà una prima risposta aprendo casa sua a molti infelici. Ma così entra in conflitto col padre e con Toinon (Antonietta), l’autoritaria domestica, che l’accusa di rovinare la famiglia. Intanto ha radunato un gruppetto di ragazze che condivi

SAN GIOVANNI APOSTOLO ED EVAGELISTA

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  Gli eventi dolorosi e gloriosi della Passione e Risurrezione di Nostro Signore, che la Santa Chiesa ha da poco celebrato, presentano unite, nel dolore della morte di Gesù e nell’estremo gaudio della sua Risurrezione, due anime, testimoni oculari e privilegiate di questi eventi che inaugurano la storia della Chiesa e del Cristianesimo: Maria Santissima, la madre di Gesù, e san Giovanni, il discepolo prediletto. Ogni cristiano, prolungando in sé misticamente la vita di Gesù, è a giusto titolo ritenuto figlio di Maria Santissima. «Tale infatti dovrà diventare – afferma Origene – chi vorrà essere un altro Giovanni, che – come Giovanni – Gesù possa dichiarare di lui che è Gesù. Se infatti nessun altro è figlio di Maria all’infuori di Gesù, e Gesù dice alla Madre: “Ecco il figlio tuo”, è come se le dicesse: “Ecco, questi è Gesù che tu hai generato”. Poiché ogni perfetto non vive più, ma è Cristo che vive in lui, di lui si dice a Maria: “Ecco Cristo, tuo figlio”». I santi, tra i cristia