BEATA ANGELA DA FOLIGNO
Già
in vita conosciuta come Magistra Theologorum (Maestra dei Teologi), Angela da
Foligno (1248-1309) il 9 ottobre scorso ha ricevuto da Papa Francesco la
canonizzazione per equipollenza (possesso antico del culto; costante e comune
attestazione di storici degni di fede sulle virtù o sul martirio; ininterrotta
fama di prodigi).
Innocenzo
XII la beatificò nel 1693 e San Pio X ne sanzionò la tradizione fissando la sua
festa al 4 febbraio. Mistica contemporanea di Dante e di Jacopone da Todi,
Angela nacque a Foligno in una ricca famiglia e visse fra i benesseri e i
piaceri del mondo. Si sa con certezza che si sposò, ebbe dei figli e la madre
soddisfaceva tutti i suoi capricci. Ma cominciò, come lei stessa racconterà al
Direttore Spirituale, il Conventuale Minore A. (la tradizione decifra la A. con
fra’Arnaldo) a «conoscere il peccato», come è riportato nel Memoriale steso
dallo stesso francescano. Andò a confessarsi, ma «la vergogna le impedì di fare
una confessione completa e per questo rimase nel tormento».
Pregò
San Francesco che le apparve in sogno, rassicurandola che avrebbe conosciuto la
misericordia di Dio. E la pace arrivò nel 1285, attraverso una confessione
totale: aveva 37 anni. Iniziò così una vita di austera penitenza: povertà dalle
cose, povertà dagli affetti, povertà da se stessa. A motivo della drastica
conversione dovette affrontare ostilità ed ingiurie da parte della famiglia. Ma
lei perseverò anche quando morirono madre, marito, figli.
Angela
si presenta come una delle più brillanti incarnazioni dell’ideale francescano
della fine del Duecento. In un primo tempo, in preda a strani fenomeni, fu
giudicata sospetta dai frati minori; ma intorno al 1290 la accettarono fra i
penitenti del Terz’ordine. Il teologo Ubertino da Casale (citato nella Divina
Commedia) fu conquistato dal suo ideale spirituale e con lui fu strettamente
coinvolta nelle controversie che laceravano l’Ordine francescano, diventando
una dei responsabili del movimento rigorista.
Il
Memoriale fu sottoposto ad esperti, fra cui il Cardinale Giacomo Colonna, che
lo approvò intorno al 1297. Questa autobiografia spirituale mostra i trenta
passi che l’anima compie raggiungendo l’intima comunione con Dio, attraverso la
meditazione dei misteri di Cristo, l’Eucaristia, le tentazioni e le penitenze.
Esso rappresenta la prima sezione del Liber. La seconda parte, nota come
Instructiones, contiene documenti religiosi di vario tipo, curati da diversi e
ignoti redattori, dove si trovano anche le lettere che Angela scriveva ai suoi
figli spirituali.
Nel
1291, come la mistica narrò al suo confessore, lungo il cammino che la
conduceva ad Assisi, fu alla presenza della Trinità: «Ho visto una cosa piena,
una maestà immensa, che non so dire, ma mi sembrava che era ogni bene. (…) dopo
la sua partenza, cominciai a strillare ad alta voce (…) Amore non conosciuto
perché? (…) perché mi lasci?». La mistica di Foligno insegna che non c’è vera
vita spirituale senza l’umiltà e senza la preghiera. Questa può essere
corporale (vocale), mentale (quando si pensa a Dio) e soprannaturale
(contemplazione): «In queste tre scuole uno conosce sé e Dio; e per il fatto
che conosce, ama; e perché ama, desidera avere ciò che ama. E questo è il segno
del vero amore: che chi ama non trasforma parte di sé, ma tutto sé nell’Amato».
Nel
corso dei secoli, fra i tanti che aderirono alla sua spiritualità, ricordiamo
Santa Teresa d’Avila e la Beata Elisabetta della Trinità. Angela comprese che
la profonda comunione con Dio non è un’utopia, ma una possibilità, impedita solo
dal peccato: di qui la necessità della mortificazione e del sacrificio; per
raggiungere l’unione profonda con il Signore sono indispensabili l’Eucaristia e
la meditazione della Passione e Morte di Cristo, ai piedi della Croce, insieme
a Maria Santissima.
Commenti
Posta un commento