SERVO DI DIO CHIARA LUBICH
Chiara
Lubich nasce a Trento il 22 gennaio 1920, seconda di quattro figli. La madre è
fervente cattolica, il padre socialista. Il fratello Gino è fra le fila dei
partigiani, poi giornalista dell'Unità. Poco più che ventenne, insegna alle
scuole elementari ed inizia gli studi di filosofia all'Università di Venezia,
spinta da un'appassionata ricerca della Verità, quando durante la seconda
guerra mondiale, sul crollo di ogni cosa, comprende che solo Dio resta: Dio che
è Amore.
La sua
vita si trasforma. Risponde al suo Amore scegliendolo come unico Tutto: è il 7
dicembre 1943, data che segna convenzionalmente gli inizi del Movimento che
nascerà. Il 13 maggio 1944 Trento è colpita da uno dei più violenti
bombardamenti. Anche casa Lubich è gravemente lesionata. Mentre i familiari
sfollano in montagna, Chiara decide di rimanere a Trento per non abbandonare la
nuova vita nascente. E’ tra i poveri di Trento che inizia quella che Chiara
definisce "una divina avventura". "Qualunque cosa hai fatto al
minimo l'hai fatta a Me". Condividono con i poveri tutto ciò che hanno. In
piena guerra, viveri, vestiario e medicinali arrivano con insolita abbondanza,
per le molte necessità. Sperimentano l’attuarsi delle promesse evangeliche:
"date e vi sarà dato", "chiedete e otterrete". Di qui la
convinzione che nel Vangelo vissuto è la soluzione di ogni problema individuale
e sociale. Nelle parole di Gesù, calate una ad una nel quotidiano, e in
particolare nel comandamento che Gesù dice "nuovo" e suo, "amatevi
l'un l'altro come io ho amato voi" intuiscono esservi la legge perché si
ricomponga l’umanità disgregata. E nel testamento di Gesù "che tutti siano
uno", trovano il perché della loro vita: "eravamo nate per l’unità,
per concorrere a realizzarla nel mondo". Tra le macerie abbraccia una
donna impazzita dal dolore, che le grida la morte dei suoi 4 figli. Avverte la
chiamata ad abbracciare il dolore dell'umanità.
Dall’incontro,
nel 1948, con Igino Giordani, deputato, scrittore, ecumenista, padre di 4
figli, il Movimento nascente ha una sua nuova apertura sul sociale, sulla
famiglia e poi sul mondo ecumenico, tanto che Giordani viene considerato
cofondatore. Per l’impatto con la sofferenza della Chiesa dell’oltre cortina,
nell’incontro con chi era riuscito a fuggire, la spiritualità dell'unità si
diffonderà in tutto l’Est europeo sin dagli anni sessanta. Da quel piccolo
gruppo nasce e si diffonde un movimento di rinnovamento spirituale e sociale
chiamato Movimento dei Focolari. Pur essendo una realtà unica, per la varietà
delle persone che lo compongono (famiglie, giovani, sacerdoti, religiosi e
religiose di vari istituti, e vescovi), si snoda in 18 diramazioni, di cui 6
movimenti ad ampio raggio: Famiglie Nuove, Umanità Nuova, Movimento
Parrocchiale, Movimento Diocesano, Giovani per un mondo unito, Ragazzi per
l'unità, e molteplici realizzazioni tra cui il progetto per una Economia di
comunione in cui sono impegnate oltre 750 aziende. 26 le cittadelle di
testimonianza, case editrici, periodici in varie lingue, più di 1000 opere e
attività sociali.
Con
la diffusione mondiale del movimento, crollano nazionalismi e razzismi - pur a
dimensione di "laboratorio" - anche nei punti caldi del mondo, come
Medio Oriente, Balcani, Congo e Burundi, Irlanda del nord. "Lo sviluppo
del Movimento dei Focolari getta ponti tra le persone, le generazioni, le
categorie sociali e i popoli, in un’epoca in cui le differenze etniche e
religiose conducono troppo spesso a conflitti violenti": è la motivazione
del Premio Unesco ’96 per l’Educazione alla Pace. Questo contributo è
riconosciuto anche da altri premi internazionali, come il Premio Diritti Umani
’98, e da cittadinanze onorarie conferitele da città come Buenos Aires, Roma,
Firenze.L'esperienza del "date e vi sarà dato", vissuta agli inizi,
si ripete cogli anni nelle più diverse situazioni quotidiane, per la comunione
dei beni che diventa stile di vita nel Movimento. Si sperimenta in modo
particolare nelle oltre 1000 opere e attività sociali. Nei Paesi emergenti, gli
indigenti stessi trovano una via per riscattarsi da situazioni subumane.
E’
per l'impatto con il dramma della miseria alle periferie di una metropoli come
San Paolo, durante un viaggio in Brasile, nel 1991, che Chiara dà il via al
progetto dell’Economia di Comunione, che ispira ora la gestione di centinaia di
aziende nel mondo e fa intravedere una nuova teoria economica. Viene presentata
in convegni promossi da numerosi atenei e organizzazioni internazionali, come a
Strasburgo, in occasione del 50° anniversario del Consiglio d'Europa, dove
Chiara stessa è invitata ad intervenire.
PER
PREGARE
PERCHÉ
LA VOGLIO VEDERE IN TE
Sono
entrata in Chiesa un giorno
e ho
chiesto a Lui con cuore pieno di fiducia:
"Perché
volevi restare nel mondo, in ogni punto della Terra,
nella
dolcezza dell' Eucaristia, e non hai trovato,
Tu
che sei Dio, un modo, di portare e lasciare qui anche Maria,
Madre
di tutti noi che siamo in cammino?"
Mi è
sembrato che in silenzio rispondesse:
"Non
l'ho portata; percho voglio vederLa nuovamente in te.
Benché
voi non siate senza macchia,
Il
mio Amore vi fara nuovamente vergini
e
tu, e voi, allargherete le mani e i cuori maternamente all' umanita,
che
ora, come una volta, ha sete del suo Dio e della Madre sua.
A
voi spetta ora di:
alleviare
i dolori, le ferite
asciugare
le lacrime.
Canta
le Litanie
E
prova a specchiarti in loro.
Chiara
Lubic
PER
LA PACE
Costruire
la pace attraverso la fiducia
Costruire
la pace attraverso la fiducia.... E' una proposta, questa, meravigliosa che
testimonia quanto hanno in cuore gli esponenti delle varie religioni.
Costruire
la pace attraverso la fiducia....
Ma
cosa vuol significare questo programma?Vuol dire lavorare a conoscersi per
scoprire il positivo che c'è in
ciascuno;
vuol dire ascoltarci e comprenderci. Vuol dire guardarci con amore, coprendo
con la misericordia gli eventuali errori passati, e accettarci gli uni gli
altri per costruire una base comune di rispetto, di stima e di fiducia
reciproca. Per questo bisogna formare sempre più noi e quant'altra gente
possibile all'amore, a quell'amore che non guarda a sè, che non desidera il
proprio interesse, che sa superare ogni ostacolo frapposto da differenze
tradizionali; un amore che sia più forte di ogni altra cosa. Si tratterà di un
capovolgimento totale di mentalità; ma è necessario. Alla fine di questo
millennio e all'approssimarsi del terzo, l'amore dovrebbe diventare sempre più
costume nostro e di molti. L'amore la forza più potente, feconda, sicura che
può legare ogni società.
L'amore.
Diffondere l'amore. Insegnare ad amare. Ma sa veramente amare chi sa di essere
sinceramente amato. E' una costatazione umana questa, ma che non vale meno nel
campo spirituale. Sapere di essere amati. Da chi? Da Colui che è l'Amore.
Dobbiamo aprire gli occhi e scoprire quale fortuna possediamo spesso senza
saperlo. Non siamo soli su questa terra. C'è l'amore; abbiamo un Dio Amore che
non ci abbandona al nostro destino, ma ci vuole accompagnare, custodire,
aiutare. Nel caso nostro, che non lascia alla sola iniziativa degli uomini il
rinnovamento della società, il raggiungimento della pace, ma è il primo che se
ne prende cura. Bisogna che gli uomini sappiano questo e ricorrano a Lui consci
che nulla gli è impossibile. Credere, dunque, d'essere amati da Dio per poterci
lanciare con maggior fede nell'avventura dell'amore e lavorare con questa
coscienza, insieme a Lui.
La
nostra vita deve essere perciò anzitutto in continua comunione con Dio,
dobbiamo familiarizzare con Lui. Ed ecco l'importanza della preghiera che però
non si deve esaurire nel tempo ad essa dedicato, ma deve impregnare tutto il
nostro vivere. Con Dio poi dobbiamo guardare avanti non perdendo mai di vista
il progetto che Egli non può non avere sul mondo: è la fratellanza universale.
Egli, creatore, è padre delle sue creature e noi, donne e uomini di tutta la
terra, siamo suoi figli, tutti membri dell'unica famiglia umana e quindi
fratelli fra noi. La storia dell'umanità una lenta e faticosa riscoperta di
questa realtà. Dopo millenni di storia in cui si sono sperimentati i frutti
della violenza e dell'odio fra fratelli, sarebbe ora di sperimentare oggi i
frutti dell'amore. E non solo dell'amore fra singoli, ma anche fra popoli. I
popoli stessi infatti sono chiamati, non più ad ignorarsi e tanto meno a combattersi
l'un l'altro, ma ad amarsi.
E'
necessario che l'amore reciproco diventi legge per ogni comunità, civile o
religiosa che sia. Se noi tutti faremo la nostra parte verso ogni uomo, ogni
fratello, e, se la Conferenza si sentirà solidale con quante altre forze
positive agiscono in quest'epoca nel mondo per aggiungere fini analoghi ai
suoi, potremo addirittura sperare che una corrente d'amore cominci ad invadere
l'umanità, il mondo s'avvii così verso un ordine nuovo fino a comporre un'unica
comunità planetaria come qualche leader religioso ha auspicato perché anche ciò
che può apparire sogno e utopia non è tale se Dio è presente e lavora con noi.
E non potremmo intanto prometterci quest'amore reciproco tra noi qui, e
condurre su questa base tutti i nostri lavori?
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