BEATA MARIA DEGLI ANGELI
Nel
1638, è giunto al trono di Torino Carlo Emanuele II, il quale migliora
l’amministrazione e riforma in senso più moderno gli ordinamenti militari. Ma
il Piemonte rimane sotto la tutela francese, che rallenta ogni iniziativa politica.
La città di Torino però è ricca di una grande fede saldamente radicata nelle
famiglie, nelle parrocchie, nei monasteri. Anzi è il tempo in cui nascono nuove
fondazioni di case religiose.
Sulle
orme di San Luigi
In
questo clima, il 7 gennaio 1661, ultima di 11 figli del conte Giovanni
Fontanella di Baldissero e di Maria Tana di Santena, nasce Marianna.
Piccolissima, viene a conoscere che la sua mamma è della medesima famiglia,
originaria di Chieri – da cui un secolo prima, era nata Marta Tana, la madre
esemplare di San Luigi Gonzaga (1568-1591), il principe mantovano che per
seguire Gesù, vergine, obbediente e povero, tra i Gesuiti, aveva rinunciato
alla sua cospicua eredità e ai titoli nobiliari. Luigi, vero angelo in carne,
aveva immolato la sua vita a 23 anni, a servizio tra gli appestati di Roma ed
era già stato proclamato santo.
Marianna
cresce tenendo davanti agli occhi e al cuore Luigi Gonzaga come modello e
intercessore. Lo imita nella fede, nella carità nella libata purezza, nella
dedizione a Gesù. La sua formazione di ragazza è intensamente cristiana,
arricchita da una tenerissima devozione alla Madonna e a San Giuseppe.
Nel
medesimo tempo, ella sa che cosa si vive e si soffre a Torino e nei rapporti
tra gli Stati d’Europa, spesso in guerra tra loro per motivi dinastici e di
supremazia militare ed economica. Per tutta la vita, il suo sguardo sarà
continuamente rivolto a Dio, come all’Unico, e alla storia del suo tempo, su
cui sa di poter essere influente almeno con la forza della preghiera e dell’offerta
– ciò che non è poco.
A 14
anni, è orfana di padre, però sta maturando la chiamata da Dio, il progetto di
consacrarsi a Lui nel Carmelo, affascinata dall’ideale di Santa Teresa d’Avila
e di San Giovanni della Croce. Proprio i Savoia, il 30 aprile 1639, hanno
fondato a Torino il monastero delle Carmelitane di Santa Cristina, che l’attira
fortemente.
Con
notevole fermezza, Maria entra in questo monastero. Il 19 novembre 1675, veste
l’abito religioso e diventa suor Maria degli Angeli.
Nell’anno
di noviziato, si infervora nella sua nuova vita e si innamora tutta di Gesù e
il 26 dicembre 1676, nel tempo natalizio, assai caro alla Tradizione
carmelitana, emette la professione.
Carmelitana
alla ribalta
Ha
solo 15 anni, ma per un dono singolare di Dio, già cammina velocemente verso la
vetta della santità. Su questa via, suor Maria presto s’incontra con la
sofferenza: ella accetta tutte le prove con fiducia e serenità, con eroismo,
lasciandosi affinare nell’anima e nella vita, puntando decisa alla mistica
trasfigurazione in Gesù. La sua vita di preghiera e di unione con Lui, spesso
trabocca nelle consorelle e su tutti coloro che spesso vengono alla grata del
monastero in cerca della sua preghiera e del suo consiglio.
Suor
Maria è assai addentro alla realtà di Dio e pure conosce l’umanità e la storia
del suo tempo. Gode giovanissima, di fama di santità. La stimano a fondo le
consorelle che si fidano di lei come di un angelo inviato da Dio. La stimano i
concittadini, la città di Torino.
Nel
1694, è eletta priora: ha solo 33 anni: per eleggerla, si è dovuta chiedere la
dispensa apostolica, ma viene confermata in tale carica altre tre volte, segno
della sua autorevolezza. Non potendo più essere eletta, sarà maestra delle
novizie e le sorelle “più piccole” troveranno davvero in lei una madre e una
guida verso la santità.
Quando
Vittorio Amedeo II, uscito di minorità, assume il governo nel 1684, la
pressione della Francia è forte più che mai: re Luigi XVI, padrone di Pinerolo
e di Casale, pensa di far leva sul Piemonte per accrescere l’egemonia della
Francia sull’Italia. Quando le pretese francesi si fanno intollerabili,
Vittorio Amedeo risponde dichiarando guerra: la sorte delle armi gli è avversa,
ma egli guadagna prestigio con l’accortezza politica.
Intanto
al Carmelo di Santa Cristina, Madre Maria degli Angeli prega e ottiene dal
Signore la fine della guerra e la liberazione di Torino. Il re di Francia
lascia libero il Piemonte. Maria ascrive la vittoria all’intercessione di San
Giuseppe e fa proclamare lo sposo di Maria, patrono della città.
I
piccoli e i grandi di Torino crescono nell’ammirazione e nella stima per la
santa monaca, in primo luogo gli stessi Reali di Savoia, che diventano suoi
confidenti. Ma i suoi prediletti sono gli umili e i poveri. È nota a tutti per
il suo amore alla patria, alla Chiesa e al Papa, al sacerdozio cattolico, amore
vissuto con la preghiera continua a la silenziosa immolazione, in unione con il
Crocifisso.
Donna
di singolari favori
Nel
1702, Madre Maria degli Angeli diventa fondatrice, aprendo a Moncalieri, un
altro Carmelo, dedicato a San Giuseppe. È una vera figlia di Santa Teresa
d’Avila, di cui zela l’osservanza piena della Santa Regola e dei consigli,
impegnandosi a rassomigliarle nell’offerta della sua vita per la Chiesa e per
la conversione del mondo a Gesù.
Presto,
benché assetata di preghiera e di nascondimento, si trova a essere di nuovo
alla ribalta sul piano internazionale, come diremo oggi. Nel 1706, Torino è di
nuovo assediata dai francesi per quattro mesi. Se Pietro Micca si sacrifica per
impedire ai francesi l’ingresso nella città, Maria degli Angeli si rivolge alla
Madonna per ottenere la protezione di Torino: il 7 settembre 1706, le forze
unite del principe Eugenio di Savoia riportano, com’ella ha predetto, una decisiva
vittoria e la fuga dei francesi.
È
molto lieta, Maria, quando per ringraziare della vittoria, sul colle di
Superga, viene innalzato alla Madonna il Santuario che le era stato promesso
con voto nell’ora del pericolo. Ella da sempre, ha una tenerissima devozione
alla Madonna, invocata sotto i titoli più belli a Torino, primo fra tutti
quello di Consolatrice. La onora con il Rosario, la imita nelle virtù più alte,
soprattutto nello zelo apostolico per la salvezza delle anime.
Per
questo, ella offre a Dio le sofferenze che non le mancano mai, segno, secondo
la dottrina cattolica, vissuta con particolare ardore da Santa Teresa, della
predizione di Dio che così associa i suoi amici al Figlio suo Crocifisso.
Quando
le è richiesto, Maria, arricchita di singolari doni di Dio, illumina i fratelli
con le lettere di incoraggiamento e di consiglio, come vera maestra: in questi
scritti risplende lo stile autobiografico, la sua vita angelica, la sua
dottrina.
In
questo periodo, nel pieno della sua maturità umana e spirituale, il Signore la
favorisce di grazie mistiche straordinarie, cui ella corrisponde con una
generosità senza riserve, facendosi davvero “tutta a tutti”, con umiltà,
dedizione, spirito di servizio, attenzione delicata ai bisogni delle sorelle,
sollecitudine amorosa per la loro crescita spirituale, fedeltà piena al carisma
dell’Ordine, con una particolare predilezione per la Santa Madre Teresa, per la
quale nutre una singolare devozione e dalla quale è ricambiata con eccezionali
favori.
«Non
esca dalla città!»
Ma
la sua santità brillò soprattutto nell’amore ardente per le anime. Alimentato
dall’esperienza forte della preghiera, sostenuto dalla penitenza generosa e da
una carità ardente, il suo zelo si concretizzò “in opere ed opere” a favore di
chiunque avesse avuto bisogno del suo aiuto o della sua preghiera. La fama
della sua santità varcò presto le soglie della clausura, soprattutto per le
frequenti visite al monastero da parte delle principesse reali e del loro
seguito.
Persone
di ogni ceto e categoria ricorrevano a lei per consiglio o per interporre la
sua intercessione presso il Signore. Tra questi si distinguevano Madama Reale,
la Duchessa e lo stesso Vittorio Amedeo II. Desiderosa di sfuggire a tale
notorietà e spinta dal desiderio di fondare un nuovo Carmelo che potesse
accogliere le giovani che non potevano essere ricevute a Santa Cristina per
mancanza di posti, avviò allo scopo trattative con i Superiori e con la Corte.
Superate
innumerevoli difficoltà, il 16 settembre 1703 ebbe la gioia di vedere
inaugurato il Carmelo di Moncalieri, senza però potervisi trasferire per
l’opposizione dei Savoia che avevano esercitato forti pressioni sui Superiori
per impedire che la Madre si allontanasse da Torino. Di qui continuò a
provvedere le monache di Moncalieri del necessario, occupandosi della loro
formazione spirituale e vigilando con cuore di madre sul buon andamento della
comunità.
Il
16 dicembre 1717, a soli 56 anni, va incontro a Dio. Appena cinque anni dopo,
si inizia la causa di beatificazione. Il 5 maggio 1778, Papa Pio VI, ne
proclama le virtù eroiche. Pio IX, il 25 aprile 1865, la iscrive tra i beati
del cielo.
San
Giovanni Bosco, nel 1866, ne scrive la biografia che diffonde tra le sue
“Letture Cattoliche” proponendola come modello di santità e di amore cristiano
alla patria. La sua festa si celebra il 16 dicembre, chiedendo per noi a Dio
per la sua intercessione: “Fa’ che viviamo con purità evangelica per averti
sempre ospite in noi, tempio della tua gloria”.
Dal
suo monastero, come ognuno di noi del resto lo può essere con la preghiera, era
stata una meravigliosa protagonista di storia: di storia cristiana.
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