SAN GAETANO ERRICO


Nato nel 1791, Gaetano non ha voluto fare il maccaronaio come papà, perchè ha in testa il chiodo fisso di farsi prete. E dato che si è già fatto chiudere in faccia la porta dai Cappuccini e dai Redentoristi, perché troppo giovane, a 16 anni appena compiuti, si presenta direttamente nel seminario diocesano di Napoli.. In casa, dove ci sono ben dieci figli da allevare, gli affari non devono andare proprio a gonfie vele, se i genitori non sono in grado di pagargli la retta e così deve adattarsi a frequentare la scuola da esterno, sgambettando ogni giorno per otto chilometri, con il bello e il brutto tempo, arrivando a casa ancora in tempo per dare una mano, o a papà nel laboratorio di maccheroni, o a mamma nella tessitura della felpa. Il tempo libero del giovedì lo passa all’ospedale degli Incurabili di Napoli, dove oltre ad un sorriso o un umile servizio, porta ai malati piccoli regali, frutto delle sue privazioni e dei suoi risparmi, mentre di domenica va per le strade di Napoli a raccogliere i ragazzi per insegnare loro un po’ di catechismo. Non cambia stile neppure a 24 anni, quando viene ordinato prete: maestro elementare a tempo pieno, ma negli scampoli quotidiani di tempo, al giovedì e alla domenica sempre in movimento, per le strade, nelle soffitte, nei crocicchi, per far sapere a ciascuno che Dio ama tutti. E lo fa a modo suo: predicando e catechizzando quando gli riesce, confessando, assistendo materialmente e spiritualmente i bisognosi, esercitando la carità anche quando ciò significa togliersi il pane di bocca o regalare la camicia che ha indosso. Vita ordinaria di un prete straordinariamente impegnato e assetato di anime, ma nulla più. Qualcosa di nuovo si verifica in lui tre anni dopo l’ordinazione: mentre è in preghiera a Pagani, nella casa dei Redentoristi, è lo stesso Sant’Alfonso de’ Liguori a preannuciargli in visione la fondazione di una nuova congregazione. Quanto don Gaetano si senta portato per una simile missione oppure quanto si senta spaventato dal disegno di Dio su d lui, non è dato sapere. Quello che si sa è il “segno” che sant’Alfonso gli promette: la costruzione di una chiesa dedicata alla Madonna Addolorata, progetto avversato, contestato, ostacolato in mille modi. Saranno necessari 12 anni, ma la chiesa viene costruita con, accanto, due umili stanzette come sede della nuova congregazione. Che viene, su, come la chiesa, malgrado le difficoltà e i bastoni tra le ruote che qualcuno si premura di mettere, esattamente come nella visione era stato predetto. Don Gaetano dedica la Congregazione ai Sacri Cuori di Gesù e di Maria e le trasmette la sua passione per le anime e per i corpi, da raggiungere, qui come in terra di missione, con la catechesi, le missioni al popolo e l’amministrazione dei sacramenti, ma anche con una premurosa attenzione ai bisogni materiali che all’uomo rendono difficile la vita. Se già quand’era adolescente e scarpinava da Secondigliano a Napoli per andare in seminario di lui si diceva “passa San Gaetano”, nella maturità è circondato da una sempre più consistente fama di santità. Sono centinaia e centinaia i “fioretti” che parlano di guarigioni prodigiose, di predizioni avverate, di grano moltiplicato, di patate rese improvvisamente grandi e saporite; e tutto per l’intercessione di quel prete che si divide tra il confessionale (dove passa la gran parte della giornata), il letto dei moribondi e le case dei bisognosi., mentre le ore libere sono trascorse in preghiera, inginocchiato sul pavimento, segnato da due foseette in corrispondenza delle sue ginocchia, tanto è prolungato il suo colloquio con Dio. “O Superiore”, come da tutti viene chiamato, muore il 29 ottobre 1860, ad appena 69 anni. Beatificato da Giovanni Paolo II° il 24 aprile 2001, don Gaetano Errico è stato canonizzato da papa Bendetto XVI il 12 ottobre 2008.


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