IL SERVO DI DIO MONS. LUIGI SODO


Luigi Sodo nacque a Napoli nel rione Chiaia il 26 maggio 1811, quando il mare in quell’epoca lambiva la cosiddetta Riviera di Chiaia, poi arretrato per la realizzazione della monumentale Villa Comunale e il celebre lungomare.
I suoi genitori Baldassarre e Marianna Riccio, ebbero cinque figli di cui due, Giovanni e Luigi, intrapresero la vita ecclesiastica. Verso i 13 anni, guidato spiritualmente dal canonico Antonio Grasso, si orientò verso il sacerdozio, frequentando da esterno il liceo arcivescovile napoletano, distinguendosi sia negli studi classici, sia in quelli teologici.
Venne ordinato sacerdote nel dicembre 1834 dal cardinale Giudice Caracciolo e laureandosi in Teologia qualche tempo dopo, nella Regia Università di Napoli. Quando fu ordinato sacerdote, anche il fratello Giovanni lasciò la famiglia, per andare a vivere insieme al fratello, cominciando a partecipare alle prime esperienze pastorali di Luigi, e da allora gli fu intimo collaboratore per tutta la vita.
Il giovane sacerdote cominciò il suo ministero pastorale nelle cosiddette cappelle serotine di Chiaia, rivolgendo le sue cure ai pescatori della zona, ai malati ed ai carcerati. Fu rettore della Chiesa di S. Maria Egiziaca a Pizzofalcone ed economo curato di S. Maria a Mare; fu anche missionario predicatore per diversi anni in tutta la Campania e nel 1851 venne nominato Superiore di una delle quattro Congregazioni missionarie esistenti nella regione.
Il 28 marzo 1852 fu consacrato vescovo di Crotone in Calabria, oggi nuova provincia, nella chiesa dei Santi Apostoli a Roma, ma dopo appena un anno di vita diocesana, una gravissima malattia lo costrinse a lasciare Crotone e la diocesi, per ritornare a Napoli a curarsi.
Guarito, l’anno seguente fu in un primo momento proposto alla guida della diocesi di Sulmona in Abruzzo, ma poi il 27 giugno 1853, fu destinato alla diocesi di Telese-Cerreto nel Sannio beneventano, da poco ripristinata da papa Pio IX.
Il 14 agosto entrò solennemente nella cattedrale di Cerreto, governando da quel giorno la diocesi sannita per 42 anni; fu pastore zelante anche e specialmente nei momenti di crisi, curò particolarmente il seminario diocesano, la cattedrale e le parrocchie.
Con le vicende storiche che interessarono l’unità d’Italia e particolarmente il Sud della Penisola, nel 1860 come altri vescovi meridionali, dovette lasciare la diocesi, vivendo in una specie di esilio per cinque anni a Napoli, utilizzando il fratello Giovanni, ormai sacerdote, come tramite per continuare a seguire la vita della diocesi lontana.
Il 6 gennaio 1863 venne arrestato, insieme ad altri ecclesiastici, con l’accusa falsa di cospirare contro il governo italiano e di istigare i moti popolari proborbonici; restò in carcere per 42 giorni. Dopo cinque anni di umiliazioni e di accuse infondate, poté ritornare nella sua diocesi di Telese - Cerreto, che oggi comprende anche S. Agata dei Goti, era il settembre 1865.
Ritornato nella sua carica, si dedicò subito all’importante opera di ricostruzione spirituale e disciplinare del seminario, di formazione per il clero, di incremento per le vocazioni. Indisse un Sinodo diocesano nella primavera del 1893; visitò più volte la diocesi, scrisse numerose lettere pastorali, prendendosi cura dei poveri e delle ragazze da sposare ma prive di dote.
Partecipò al Concilio Vaticano I (1869-70), inculcò l’apostolato della preghiera, la devozione al S. Cuore e al SS. Sacramento, la recita del Rosario. Per l’intenso lavoro apostolico che fece, godé della stima dei papi il beato Pio IX e Leone XIII.
Il 28 giugno 1895 ormai 84enne, gli si ruppe il femore e questo fu l’inizio della fine della sua esistenza, tutta consumata nella penitenza, nella preghiera, nelle veglie notturne, nel servizio filiale al Papa ed alla Chiesa.
Lo stato fisico generale già debilitato, non reagì al trauma subito e il 30 luglio 1895, mons. Luigi Sodo morì in Cerreto Sannita. I suoi funerali si trasformarono in un’apoteosi, con la partecipazione di tutto il clero e di una massa di fedeli rattristati.
Sedici anni dopo, il 12 giugno 1911 il suo corpo venne esumato, trovato intatto e tumulato nella cattedrale di Cerreto. Il processo ordinario per la sua beatificazione, iniziò il 13 maggio 1916, ma a Roma il processo apostolico iniziò solo il 20 ottobre del 1953; nel 1988 è stato nominato il postulatore.



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