SANTI TOMMASO CESAKI ANTONIO DA NAGASAKI E LODOVICO IBARKI


Agli inizi del 1597 la cittadina di Osaka in quella fredda mattina era tutta in fermento: stava per arrivare l'imperatore Taicosamaci con il figlioletto di 5 anni; una lunga processione di soldati precedeva il principino, cavalieri e dignitari... Ma un altro corteo si snodava invece dall'altra parte della città: erano 26 persone povere e lacere, sfinite dal lungo viaggio compiuto, giovani e più anziani; insomma, erano prigionieri ma le loro facce erano solari, illuminate da una felicità interiore. Erano cristiani e venivano oltraggiati per la loro fede, mentre camminavano. 
Anni prima era arrivata in Giappone una nave con dei portoghesi che si erano poi stabiliti a Nagasaki ed avevano dato vita ad una comunità che era diventata sempre più numerosa, ospitando poi anche dei missionari e persino S. Francesco Saverio che riuscì a portare il Cristianesimo in quelle terre. I cristiani si moltiplicarono ed anche alcuni re vennero battezzati alla nuova Fede e mandarono ambascerie a Roma. Dopo i Gesuiti arrivarono in Giappone anche i Francescani e così anche l'Imperatore Taicosamaci accolse i frati minori nelle sue terre, permettendo loro di creare case e chiese.
Avendo però successivamente cambiato idea, cominciò a perseguitare i missionari e i loro seguaci, facendoli imprigionare. E così accadde che vennero presi prigionieri 3 Padri Gesuiti, alcuni catechisti e terziari che vennero avviati in catene alla città di Nagasaki dove li avrebbe attesi il carnefice. Mentre andavano, essi cantavano e salmodiavano gioiosi. Tra gli altri c'erano i giovani Tommaso di 14 anni, Antonio di 13 e Lodovico di 11. Nel loro lungo cammino attraversarono terre ricoperte di ghiacci e steppe, passando per innumerevoli città e paesi, sempre a piedi, dove il loro esempio faceva altri adepti al Cristianesimo. Il Governatore di Carazu ne ebbe compassione e voleva salvarli e propose loro di rinnegare Cristo per aver salva la vita, ma nessuno di essi aderì alla proposta.
Giunti finalmente a Nagasaki, ripetè la proposta ma essi rifiutarono ancora e così, sia pur a malincuore, li fece condurre al luogo del supplizio, una piccola altura fuori della città dove già si ergevano 26 croci, un pò diverse da quelle tradizionali. I genitori di Antonio erano là ad attenderlo per cercare di convincerlo a salvarsi. Ma egli non voleva e cercava di incoraggiarli a sopportare il dolore della sua morte, abbracciandoli e regalando loro la sua sopravveste ed essi lo benedissero.I 3 piccoli martiri si avviarono verso le loro croci cantando inni e quando le voci tacquero i carnefici iniziarono il loro lavoro crudele, trafiggendoli con le lance.
Si dice però che, compiuta la strage, i fedeli si accostassero alle croci per raccogliere il sangue di questi martiri e lasciassero il colle, ripromettendosi di tornarvi per pregare e venerare quei martiri. Vi andarono difatti il giorno dopo, nell'ora in cui uno dei sacerdote uccisi soleva dire la Messa, servita dal piccolo Antonio. Sulle croci i corpi degli uccisi c'erano tutti meno quelli del sacerdote e di Antonio. Altri fedeli, raccolti nella chiesa dei francescani, videro invece all'altare, in atto di celebrare la Messa, il Sacerdote ucciso, servito dal piccolo chierico. E lo stesso avvenne nei giorni seguenti, finchè le salme non vennero staccate dalle croci e interrate; il prodigio finì.Questo fatto viene attestato da varie persone che avevano interrogato le guardie per sapere dove avessero deposto i due corpi, ed essi affermarono di aver veduto i corpi sparire e ricomparire poi al loro posto. Persino il Papa Benedetto XIV parlò di questo fatto nella sua "De Canonizzazione Sanctorum" definendolo "grande miracolo".

Commenti

Posta un commento

Post popolari in questo blog

PREGHIERA LITANIE: DELLA LUMEN GENTIUM

PREGHIERE LITANIE: DI SANTA MARIA DELLA SPERANZA

PREGHIERE LITANIE: A MARIA MADRE DEI POVERI (DALLA CHIESA DI FRANCIA)