SERVA DI DIO VERONICA ANTAL
Sulla scia del
riconoscimento del martirio in difesa della purezza, operato dalla Chiesa per
s. Maria Goretti (1890-1902), proclamata santa nel 1950, altre ragazze di
quest’epoca moderna si sono venute a trovare nelle stesse condizioni di Maria
Goretti e come lei hanno resistito alla cieca violenza di uomini, che incuranti
della loro volontà contraria, volevano abusare di loro, facendole perdere la
purezza che tanto difendevano.
“La morte ma non il
peccato”, diceva un altro santo ragazzo Domenico Savio (1842-1857) e la morte
preferirono queste ragazze, pur di non peccare, oggi sbrigativamente si sarebbe
parlato di stupro e i giornali sono pieni di questi casi, ma la differenza
consiste nel motivo principale, perdere la purezza equivaleva commettere un
peccato, rinunciare con violenza ai principi morali a cui erano state educate,
preoccupazione anche per l’anima del violentatore che peccava, qualunque fosse
il motivo che lo spingeva a tale condannabile gesto.
E così abbiamo avuto le
Beate Teresa Bracco (1924-1944), Pierina Morosini (1931-1957), Carolina Kozka
polacca (1898-1914), la Serva di Dio Concetta Lombardo (1924-1948) e la Serva
di Dio Veronica Antal romena, oggetto di questa scheda.
Veronica figlia di
laboriosi lavoratori dei campi, nacque il 7 dicembre 1935 a Nisiporesti
(Botesti, Romania) e battezzata il giorno dopo, solennità dell’Immacolata
Concezione, nella parrocchia di Halaucesti.
A causa dei lavori dei
campi che impegnavano tutto il giorno i genitori, Veronica Antal era affidata
alle cure della nonna Serafina, la quale sin dai primi anni educò la piccola
nipote ad avere una grande fede in Cristo e nella Chiesa.
Frequentò le scuole
elementari del suo paese Nisiporesti e quando fu abbastanza grande prese ad
aiutare i genitori nel lavoro dei campi.
Verso i 16-17 anni
avvertì più forte la vocazione religiosa, ma non poté realizzare il suo
desiderio in quanto in Romania il regime ateo comunista, aveva soppresso tutti
i conventi del Paese; non restò allora che condurre una vita religiosa
semiconsacrata nell’ambito della sua casa.
Veronica Antal aderì ai
Francescani Secolari, professò privatamente un voto di castità, partecipava
ogni giorno alla celebrazione della Messa e assiduamente all’adorazione
eucaristica; giacché la chiesa era ad Halaucesti, Veronica percorreva a piedi
ogni giorno, gli otto km di distanza dalla sua casa.
Come si vede una giovane
vita normale, senza grilli per la testa, desiderosa solo di consacrarsi in
futuro totalmente a Dio, nel frattempo accettava volentieri i sacrifici che le
venivano imposti dalle condizioni familiari e da quelle ideologiche della rossa
Romania.
E mentre come al solito,
tornava a piedi dalla lontana chiesa di Halaucesti, il 24 agosto 1958 fu
assalita da un giovane di nome Pavol Mocanu, siccome lei resisteva ai suoi
tentativi di un rapporto sessuale, egli al colmo dell’ira la colpì con ben 42
pugnalate.
Quando la famiglia,
allarmata per il suo ritardo, la ritrovò ormai morta in mezzo ad un campo,
Veronica stringeva ancora fra le mani il rosario, che regolarmente recitava
durante il suo lungo cammino.
La ventitreenne giovane,
fu considerata subito dagli abitanti di Nisiporesti e Halaucesti come una
martire della purezza e la sua morte è commemorata da ben 45 anni ogni 24
agosto; dalle parrocchie vicine si organizzarono pellegrinaggi e celebrazioni
di Messe sul luogo dell’omicidio.
Pur essendo così vivo il
ricordo di lei fra la popolazione della Moldavia cattolica, solo negli anni ’90
fu possibile iniziare i passi necessari per promuovere la Causa di
Beatificazione, visto anche le grazie speciali e le prodigiose guarigioni che
sono state ottenute per sua intercessione.
Promotore della Causa è
l’Ordine Francescano; il 10 luglio 2003 la Congregazione Vaticana ha dato il
nulla osta per l’inizio della causa, aperta poi il 25 novembre 2003 dal vescovo
di Iasi (Romania) mons. Gherghel.
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