SAN RAFFAELLA MARIA PORRAS Y AYLLON
La
Spagna è una Nazione che da secoli dà alla Chiesa un’abbondante fioritura di
Santi e Beati, frutto di una intensa spiritualità cristiana, che la pone come
numero di figure sante, forse al secondo se non al primo posto in Europa culla
del cristianesimo.
E
fra i suoi degni figli si annovera santa Raffaella Maria del Sacro Cuore, al
secolo Rafaela Porras y Aillón, che nacque il 1° marzo 1850 a Pedro Abad
(Cordova), decima dei tredici figli di Idelfonso Porras e Rafaela Aillón,
appartenenti alla agiata borghesia.
A
quattro anni perse il padre, pur avendo la possibilità di frequentare la
migliore società di Cordova, Cadice e Madrid, non si lasciò attirare dalla vita
mondana e a 15 anni si consacrò a Dio facendo il voto di castità.
A
diciannove anni perse anche la madre e vincendo l’ostilità dei fratelli, si
dedicò con l’unica sorella della numerosa famiglia Dolores, alla pratica della
carità, assistendo gli ammalati e aiutando i poveri.
Avendo
avvertita in loro la chiamata allo stato religioso, nel febbraio 1874 le due
sorelle lasciarono di nascosto il paese e si ritirarono nel monastero di Santa
Croce in Cordova, per poter comprendere nel raccoglimento la strada che il
Signore voleva indicare loro.
Ci
furono varie consultazioni con la Curia vescovile, la quale alla fine chiamò a
Cordova le religiose di Maria Riparatrice da poco stabilite a Siviglia e
provenienti dalla Francia; le due sorelle Porras si accollarono le spese per la
fondazione in città.
Rafaela
e Dolores vestirono l’abito delle religiose il 4 giugno 1874 iniziando così il
Noviziato; a loro si unirono altre ragazze di Cordova formando un bel gruppo di
21 novizie.
Ma
un anno dopo, le suore francesi ritornarono a Siviglia conducendo con loro
quattro novizie; il vescovo di Cordova allora nominò Rafaela Porras superiora
delle 16 novizie rimaste.
Si
trovò nei due anni successivi a contrastare la stessa Curia diocesana, che
intendeva modificare le ‘Regole’ ignaziane da lei adottate, pertanto si ritirò
con le altre novizie a Andújar prima e poi a Madrid, dove il 14 aprile 1877
l’arcivescovo madrileno, cardinale Moreno, approvò il nuovo Istituto delle
“Ancelle del Sacro Cuore” nome suggerito da lei e non più legato alle suore di
Maria Riparatrice, confermando Rafaela Porras come superiora, la quale prese il
nome di suor Raffaella Maria del Sacro Cuore di Gesù.
L’8
giugno 1877 le due sorelle emisero i voti temporanei e mentre Dolores ebbe
ampia libertà di gestire l’aspetto economico, suor Raffaella Maria si dedicò
alla formazione spirituale delle sue figlie, infondendo lo spirito specifico
dell’Istituzione, che è quello di riparazione; attuato con l’adorazione
continua del Ss. Sacramento e con l’opera di apostolato: Catechesi, case di
esercizi, insegnamento, laboratori, ecc.
Nel
1887 ottenne l’approvazione definitiva della Santa Sede, sia della
Congregazione che delle Costituzioni; il 4 novembre 1888 la madre generale
Raffaella Maria fece la professione perpetua.
Più
passavano gli anni, più evidente era la sua intensa spiritualità e
l’appassionato amore per Gesù Cristo, fino a giungere negli ultimi suoi anni,
alla santa ossessione della “follia della croce”, considerata un dono
dell’amore di Dio.
Già
quattro anni dopo l’approvazione, nel 1892, la Congregazione si era consolidata
con nove Case di cui una a Roma; anche a lei come a tante altre fondatrici,
toccò la sorte dell’incomprensione delle sue assistenti, che avrebbero dovuto
aiutarla nel governo della Congregazione; esse la circondarono di un atmosfera
di sfiducia che appannava la sua attività, procurando sofferenza alla sua anima
nobile e retta.
Madre
Raffaella Maria reagì sacrificandosi e immediatamente diede le sue dimissioni;
le fu proposto di passare la carica alla sorella e lei accettò umilmente; così
il 3 marzo 1893 divenne una semplice suora, aveva 43 anni, ed era nel pieno
vigore fisico e intellettivo, ma la sua santità le fece accettare tutto ciò.
Per
giunta non le fu assegnato nessun incarico, nemmeno dei più umili e per altri
32 anni visse in profondissima umiltà, obbedendo alle superiore che si avvicendavano,
compreso due che avevano provocato la sua emarginazione, pregando per il bene e
la diffusione della sua Congregazione e senza nutrire nessun risentimento per
quanto le era capitato.
Per
otto anni soffrì dolori atroci per una osteo-sinovite alla gamba, a chi cercava
di confortarla diceva: “Prendete tutte le cose come se venissero dalla mano di
Dio”; ripeteva spesso che si lasciava volentieri ‘squadrare’ per diventare una
solida pietra di sostegno dell’Istituto.
Morì
santamente il 6 gennaio 1925, nella Casa di Roma dove aveva trascorso gli
ultimi anni e dove è sepolta, per ricevere in cielo la ricompensa ampiamente
meritata; la sua santità fu così evidente a tutti, che già dopo undici anni
dopo la morte, si aprì il processo informativo sulle sue virtù; il 22 novembre
1939 fu introdotta la causa di beatificazione e il 13 maggio 1949, madre
Raffaella Maria Porras y Aillón, riceveva da papa Pio XII il titolo di
venerabile.
Lo
stesso papa la beatificò il 18 maggio 1952; a seguito di un miracolo attribuito
alla sua intercessione, ottenuto dalla spagnola signora Encarnación García
Gallardo, papa Paolo VI la proclamò santa il 13 gennaio 1977 nella Basilica di
S. Pietro in Vaticano. La sua festa religiosa è il 6 gennaio.
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