SERVA DI DIO BODI MARIA MAGDOLNA
Mária
Magdolna (in italiano Maria Maddalena) Bódi nacque a Szigliget, nella diocesi
di Veszprém in Ungheria, il 18 agosto 1921. I suoi genitori, contadini
fittavoli, non avevano potuto sposarsi perché non era stato possibile
rintracciare i documenti del padre; tuttavia, la portarono al Battesimo nella
chiesa cattolica romana di Badacsonytördemic il 15 agosto.
Magdi, così era soprannominata, non ricevette
alcuni tipo d’istruzione religiosa in famiglia, ma unicamente a scuola. Era
un’allieva diligente e buona, ma lo divenne ancora di più in seguito alla sua
Prima Comunione.
Nel 1934 si trasferì con la famiglia da
Mámapuszta a Köveskál. Le piaceva così tanto leggere che il suo parroco, per
alimentare la sua spiritualità, le diede alcuni libri religiosi. Presto passò
dalla teoria alla pratica: a undici anni faceva del suo meglio per aiutare i
genitori in casa e fuori, in particolare nei lavori agricoli, diventando un
vero sostegno per la madre, che, nel frattempo, notò come lei si dedicasse
molto anche alla preghiera. Accorreva dovunque ci fosse bisogno di lei: in
particolare, nutriva un grande affetto per i bambini e s’impegnava ad aiutarli
ad amare Gesù.
A diciassette anni, partecipando a una missione
popolare a Balatonfűzfő, si rese conto di voler appartenere completamente al
Signore. Si sentiva orientata alla vita monastica, ma la sua condizione
familiare, all’epoca, costituiva un ostacolo insormontabile: quando venne a
saperlo, si dispiacque moltissimo.
L’anno successivo iniziò a lavorare in una
fabbrica di prodotti chimici a Fűzfőgyártelep, pur non trascurando le faccende
casalinghe. Nel corso dei tre turni di lavoro, riusciva ad andare a ricevere la Comunione. Sopportava
pazientemente, come dichiararono le sue colleghe, i discorsi sconvenienti che
udiva e riusciva a rispondere con tranquillità ai rimproveri per la sua
condotta. Di fronte alle accuse di stampo anticlericale, riusciva a ribattere
con argomenti ferratissimi, pur senza offendere nessuno. Di fronte al suo
comportamento modesto, compensato da un certo senso dell’umorismo, i colleghi
presero a stare attenti a ciò che dicevano quando si trovavano in sua presenza;
anche i superiori l’apprezzavano.
Nel frattempo, era diventata una giovane donna
molto attraente e aveva molti pretendenti. Benché le piacessero i bambini e
avesse un’alta stima della maternità, tuttavia, era certa di non doversi
sposare. A vent’anni, dopo aver molto meditato, fece voto di verginità.
Nel 1942 s’impegnò più profondamente in
parrocchia e nel servizio ai bambini, mediante l’adesione alla «Szívgárda»
(«Associazione della Guardia del Cuore»), un’associazione che mirava a curare
l’educazione religiosa dei più piccoli mediante la devozione al Sacro Cuore di
Gesù. Riuscì anche a completare la sua istruzione elementare grazie a una scuola
per adulti a Fűzfőgyártelep. Dopo aver partecipato a un corso formativo
organizzato dall’associazione delle Operaie Cattoliche, organizzò un gruppo
giovanile, dove spiegava la visione cristiana del mondo alle aderenti che, come
lei, erano impegnate in servizi caritativi e attività apostoliche, vivendo
tutto con facilità e gioia.
Poco dopo lo scoppio della seconda guerra
mondiale, avviò un corso sanitario per ragazze e, insieme alle sue compagne,
iniziò ad aiutare anziani e madri con bambini e prestava spesso visita ai
soldati feriti nell’ospedale di Balatonfüred. Per le altre ragazze
rappresentava un punto di riferimento, tanto che sapevano di potersi confidare
con lei in tutta sicurezza. Magdi arrivò a pregare il Signore di farla morire
prematuramente, così da poter aiutare le giovani ad avvicinarsi a Lui.
Verso il 1944, si era già trasferita a Litér, da
cui si udivano ugualmente i rumori della battaglia. Quando apprese che le donne
erano particolarmente in pericolo, incoraggiò le compagne a proteggere la loro
castità, ma non solo: decise che avrebbe mantenuto il proprio voto a costo
della vita.
Il 23 marzo 1945, mentre alcune donne si
trovavano all’ingresso di un rifugio antiaereo, giunsero due soldati sovietici
armati Uno di loro aggredì Magdi, la quale, sfuggita alla stretta del militare,
allertò le altre nel bunker, preoccupata in volto, ma cercando di mantenere un
tono di voce pacato: «Annuska, scappa, perché sta per arrivare il tuo turno.
Sto per morire... Portate via mia madre da qui, perché sto per morire».
Nel frattempo il soldato, col volto insanguinato
per i tentativi di autodifesa da parte della giovane, apparve all’ingresso
posteriore del rifugio: appena la vide, fece fuoco contro di lei, colpendola
alle spalle. Già al primo dei sei spari si fermò, alzò le mani al cielo e,
congiungendole, disse: «Mio Signore, mio Re, ricevi il mio spirito!». Poi mise
le mani in tasca e, stringendo il Rosario, ricevette la pallottola fatale
dritto nel cuore, cadendo col volto a terra.
Due settimane dopo, i suoi genitori contrassero
matrimonio in chiesa, grazie alle concessioni offerte dalla Santa Sede per lo
stato d’assedio. Da allora in poi, vissero religiosamente.
Dopo la morte della giovane, il cardinal Josef
Mindszenty, che all’epoca era vescovo di Veszprém (anche per lui è in corso il
processo di beatificazione), ricevette una minuta di venti pagine che
descriveva i fatti. Sulla base del contenuto di quel testo, si procedette alle
fasi preliminari del processo sul martirio: tuttavia, i documenti, già tradotti
in latino, non giunsero mai a Roma perché andarono smarriti in circostanze mai
chiarite.
Verso il 1990 fu possibile ricominciare il
processo, a partire dalla minuta originale e dalle dichiarazioni di sacerdoti e
di altri testimoni che conobbero la potenziale martire. L’inchiesta diocesana è
stata avviata in diocesi di Veszprém il 18 gennaio 2011.
Il volto di Mária Magdolna Bódi compare insieme
a quelli dei santi e dei beati della sua terra nella cappella della Comunione
dei Santi, o Cappella Ungherese, della Basilica della Divina Misericordia a
Cracovia-Łagiewniki. Un monumento commemorativo con un suo busto si trova
invece nel cortile della scuola elementare di Litér, città che ospita anche la
sua tomba.
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