VENERABILE FAUSTINO PEREZ MANGLANO



Nato nel 1946 a Valencia (Spagna), sprizza allegria e vitalità da tutti i pori: leader indiscusso nella tribù dei suoi cuginetti, ama in modo tutto speciale lo sport in genere e il calcio in particolare; tifa Barcellona con tutto il fiato che ha nei polmoni; ama i romanzi, il mare, il cinema e gli amici. Buono senza particolarmente brillare, studioso senza eccellere, ha tutte le carte in regola per diventare un cristiano mediocre, per il quale la bontà, una volta cresciuto, non è che un vago ricordo di fanciullezza. Senonchè, ad un certo punto, lui decide di “cambiare completamente vita”: ha soltanto 13 anni e la decisione matura al termine di un corso di esercizi spirituali. Da questa particolare esperienza spirituale esce con la precisa volontà di praticare l’atletica del “sì” e con la decisione di “dire sì a tutto ciò che è bene”. Gli impegni che prende sono semplici, alla sua portata: comunione e rosario quotidiani, direzione spirituale, confessione frequente, oltre alla stesura di un diario, per misurare, insieme alla passione per la squadra del cuore, la sua fedeltà agli impegni assunti e i suoi progressi giornalieri. La sua spiritualità prende quota, il suo rapporto con gli altri migliora ulteriormente. Sono gli amici stessi a testimoniare che “era tutto sorriso”, attento e sensibile alle necessità di ciascuno, più riflessivo e maturo. Come sempre accade, infatti, ad una maggior sensibilità spirituale si accompagna una sensibilità umana particolare, che si affina e si perfeziona di giorno in giorno e che lo prepara al grande passo: scoprire la vocazione sacerdotale e missionaria, da realizzare nella Congregazione Marianista. “Forse Dio mi parla…”, confida al direttore spirituale e, per sgombrare il campo da possibili fraintendimenti, subito precisa che non si è trattato di visioni o di locuzioni interiori, ma piuttosto di un sereno discernimento del progetto di Dio su di lui. È stato come lo sbocciare improvviso di un fiore, di cui lui è il primo a stupirsi, anche perché è una vocazione che non incontra difficoltà di sorta, neanche la temuta opposizione dei genitori.  Tutto fila liscio, dunque, ad eccezione della salute. Perché a questa dolce e serena scoperta si accompagna, da parte dei medici, la scoperta in lui dell’ospite inatteso e terribile: un  linfogranuloma maligno che inizia a demolire il suo fisico, ma non riesce ad intaccare la sua voglia di guarire per essere missionario. Anzi, sembra proprio che la malattia, invece di tarpare le ali ai sogni più belli, spinga oltre il limite umano i suoi desideri di perfezione. “E’ difficile la santità, ma ci sforzeremo e chissà che non la raggiungeremo”, confida al padre spirituale. E corre dietro a questo desiderio di santità, facendo le cose di sempre e amando semplicemente di più. Scopre i poveri e li va ad aiutare fino a che le gambe lo reggono e le forze glielo permettono; si accompagna a Maria, perché si accorge che “essere santo significa amare Dio ed è più facile insieme a Maria”. Conta le iniezioni e le sedute di chemioterapia come altrettante speranze di guarigione che gli permetteranno un giorno di essere sacerdote, ma si abbandona anche dolcemente al progetto misterioso che Dio ha su di lui. Con questo spirito, il 9 febbraio 1963 riceve in piena coscienza l’Unzione degli Infermi e si prepara all’incontro con Gesù, con l’unico rimpianto di non aver potuto diventare marianista. Lo ammettono al noviziato perché possa emettere i voti “in articulo mortis”. L’autorizzazione arriva il 3 marzo e la celebrazione viene fissata per il giorno successivo. Quel giorno di 50 anni fa è una domenica, come quest’anno. Le forze di Faustino si vanno rapidamente esaurendo, il suo corpo gonfio è incapace di qualsiasi movimento, ma stringe con forza la medaglia della Madonna che bacia ripetutamente, perchè “mi sta aiutando molto”. Poco prima di mezzanotte viene stroncato da un embolo tra le braccia di mamma, soavemente e dolcemente, quando mancano poche ore alla professione dei suoi voti di marianista. “O Maria, Tu che sei tanto fenomenale,  aiutami ad essere un altro Cristo”, aveva scritto un giorno: Faustino Perez-Manglano Magro sta continuando il suo impegno nel mondo, facendo avvicinare tanti giovani a Cristo; il 14 gennaio 2011 è stato dichiarato venerabile ed è stato riconosciuto l’esercizio eroico delle sue virtù. Forse tra breve lo vedremo sugli altari. 

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