BEATO ANTONIO ROSMINI
Secondogenito
di Pier Modesto e di Giovanna dei Conti Formenti di Biacesa in Val di Ledro,
al tempo facente parte dell'Impero asburgico, della sua nascita,
avvenuta il 24 marzo, Rosmini renderà sempre grazie a Dio poiché «Egli la fece
coincidere con la vigilia della Beata Maria Vergine Annunziata». Viveva con sua
sorella maggiore Margherita, entrata nelle Suore di Canossa, e con suo fratello
più piccolo, Giuseppe. Rosmini, terminato l'Imperial Regio Ginnasio di Rovereto,
al tempo città della Contea del Tirolo,
compì gli studi giuridici e teologici presso l'Università di Padova e ricevette a Chioggia,
il 21 aprile 1821 l'ordinazione sacerdotale. Iniziò a
mostrare una profonda inclinazione per gli studi filosofici, incoraggiato in
tal senso da papa Pio VII.
Dal 1826 si trasferì a Milano dove strinse un profondo rapporto
d'amicizia con Alessandro Manzoni che di lui ebbe a dire: «è una delle
sei o sette intelligenze che più onorano l'umanità». Manzoni assistette Rosmini
sul letto di morte, da cui trasse il testamento spirituale "Adorare,
Tacere, Gioire". Gli scritti di Antonio Rosmini destarono l'ammirazione,
tra gli altri, anche di Giovanni
Stefani, Niccolò Tommaseo e Vincenzo
Gioberti dei quali pure
divenne amico.
Nel 1828, dopo aver dovuto
lasciare il Trentino,
per motivi di forte ostilità incontrati da parte del principe vescovo di Trento, il beato Giovanni Nepomuceno de Tschiderer,
per le sue posizioni, fondò al Sacro Monte Calvario di Domodossola la congregazione religiosa dell'Istituto della Carità, detta dei
"Rosminiani". Le Costituzioni della nuova famiglia religiosa,
contenute in un libro che curò per tutta la vita, furono approvate da papa Gregorio
XVI nel1839.
A Borgomanero svolge la sua attività di insegnamento
e di guida spirituale in un collegio rosminiano, il "Collegio
Rosmini", regolato dalla Congregazione delle Suore della Provvidenza Rosminiane.
Nel 1848 svolse una missione diplomatica per
conto del Re di
Sardegna Carlo Alberto presso la Santa Sede.
La
cerimonia di beatificazione è avvenuta il 18 novembre 2007 nella
città di Novara:
appositamente è stato fatto allestire il Palasport della città, unico luogo
capace di raccogliere un numero di fedeli così significativo.
Con il
pontificato di Benedetto XVI le beatificazioni vengono
preferibilmente celebrate dai cardinali, per rendere ancora più piena la
comunione tra loro e il successore di Pietro, e viene privilegiato il luogo in
cui il candidato agli onori degli altari ha vissuto. Così, in qualità di
delegato pontificio, la celebrazione è stata officiata dal cardinaleJosé Saraiva Martins, allora prefetto
della congregazione per le Cause dei Santi.
A fianco dell'altare erano disposti gli spalti da cui hanno concelebrato circa
400 sacerdoti, non soltanto rosminiani.
A prendere
parte alla processione e celebrare sull'altare, insieme al preposito generale James Flynn c'era il segretario
generale dell'Istituto p. Domenico Mariani con gli allora componenti della
Curia Generalizia dell'Istituto della Carità, il Vicario per la Carità Spirituale
p. Crish Fuse, il Vicario per la Carità Intellettuale
p. Giancarlo Taverna Patron, il Vicario per la Carità Temporale
p. David Tobin, l'allora preposito della Provincia Italiana don Umberto
Muratore (profondo conoscitore del pensiero di Rosmini) e il padre postulatore
della Causa di Beatificazione, don Claudio Massimiliano Papa.
Hanno
partecipato alla celebrazione anche il cardinale ex prefetto della Sacra Congregazione per i vescoviGiovanni Battista Re, il cardinale arcivescovo di Torino Severino
Poletto, il vescovo di Novara,
mons. Renato Corti,
l'arcivescovo di Trento, mons. Luigi Bressan,
il vescovo rosminiano mons. Antonio
Riboldi e fra gli
altri anche mons. Germano
Zaccheo (che sarebbe
improvvisamente scomparso due giorni dopo), vescovo della Diocesi di Casale Monferrato, mons. Luigi
Bettazzi, vescovo emerito di Ivrea (che durante la III sessione del Concilio Ecumenico Vaticano II fece per primo il nome di Rosmini),
l'allora segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana Giuseppe
Betori, mons. Giovanni
Lajolo, presidente del Governatorato della Città del
Vaticano, l'allora rettore della Pontificia Università Lateranense, mons. Rino Fisichella,
il Vicario Episcopale per la
Vita Consacrata dell'arcidiocesi di Milano monsignor Ambrogio Piantanida e il
preposito generale dei barnabiti,
padre Giovanni Maria Villa.
Tra i
numerosissimi fedeli (più di diecimila) accorsi da diverse parti del mondo per
presenziare alla celebrazione, hanno preso parte anche personalità politiche.
Tra queste
il senatore a vita Oscar Luigi Scalfaro, l'allora presidente
del Senato, Franco Marini,
e Arturo Parisi,
al tempo Ministro della Difesa. Rosmini è il primo beato della Provincia del Verbano Cusio Ossola.
In
occasione della beatificazione sono stati moltissimi i quotidiani e periodici
italiani e esteri che hanno dedicato articoli, pagine e interi numeri alla
figura di Rosmini.
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