CAROLINA BELTRAMI
Nasce ad Alessandria il 4 agosto 1869 da padre lombardo, dal quale
eredita un carattere energico, deciso e di larghe vedute, e da madre
piemontese, dalla quale apprende ed assume il sentimento religioso. Ancora
piccolissima si trasferisce con la sua famiglia a Milano dove si avvia la sua
formazione spirituale e culturale presso le suore Canossiane, ed è qui che fa
l’esperienza dell’oratorio, scuola di vera democrazia e comunione, dove le
fanciulle imparano a condividere il pensiero, il gioco, lo studio, l’azione, la
carità; esperienza positiva e concreta che ella porterà sempre nel suo cuore e
che l’aiuterà a realizzare la sua vocazione di servizio e di carità.
Intorno al 1880 la famiglia Beltrami ritorna ad
Alessandria, dove Carolina si avvia agli studi tecnici, che non completerà.
Autodidatta, dimostra grandi capacità intellettive e tenacia volontà. Legge
molti libri, allargando le sue conoscenze umane, spirituali e religiose.
Dimostra un grande amore per la famiglia, aiutando la mamma nelle faccende
domestiche e custodendo amorevolmente i suoi fratellini. Quelli che la
frequentano sono concordi nel definirla sempre dolce e buona con tutti,
disponibile nell’ascolto e nell’accoglienza, tutta dedita alla preghiera e alla
carità. Questi tratti vengono fuori già nella sua giovane età e costituiranno
il fondamento della sua esistenza.
Ben presto si dedica alle attività parrocchiali,
collaborando nell’insegnamento del catechismo e nell’animazione della preghiera
e istituisce con il consenso del parroco del Duomo un oratorio dove raccogliere
la gioventù di Alessandria. Chiama attorno a se le coetanee che frequentano il
catechismo, poi passa alle sbandate della strada per dar loro l’istruzione e
l’amore e riportarle così alla fede. Sentendo forte il dramma del pericolo che
le operaie vivono nella società corrente, priva di valori morali e spirituali,
ella dedica particolarmente la sua azione in questo campo. Innanzitutto
allestisce piccoli laboratori dove le ragazze imparano il cucito e il ricamo,
creando veri e propri incentivi di lavoro assicurato, anticipando le future
conquiste alessandrine e per tanti bisognosi la Beltrami diventa un punto di
riferimento per la sua gioiosa accoglienza., per la difesa dei diritti umani,
per la generosa carità e per la solida formazione cristiana che ella prodiga
verso quelli che accorrono ai suoi oratori.
Donna di grandi entusiasmi e di ardente passione
di servizio al prossimo ella raccoglie attorno a sé diverse collaboratrici,
alle quali trasmette il suo stesso spirito di carità, di dedizione e di unità,
dando vita con esse all’Associazione “Pie signore dell’Immacolata” e la
“Compagnia di Santa Zita” con lo scopo di occuparsi delle operai e preparare le
ragazze negli uffici domestici e impiegarle presso le famiglie.
Il 15 gennaio 1898 Carolina Beltrami e due sue
compagne davanti al quadretto della Vergine Immacolata si consacrano totalmente
e per sempre al servizio delle giovani, nasce la Congregazione delle Suore
Immacolatine, donne consacrate a Dio per servire l’uomo, nel campo educativo,
pastorale, caritativo, assistenziale, professionale. Tante altre conquistate
dal suo carisma la seguono sulla via della consacrazione ed ella intuisce
subito la necessità di una formazione sempre più ecclesiale per questo gruppo
di consacrate e soprattutto sente la necessità di sentirsi “Chiesa” sotto la
guida e l’autorità del Vescovo. Il Direttore spirituale che sino a quel momento
aveva guidato Carolina e le sue compagne, nel timore di perdere la sua autorità
sull’opera, si oppone e giudica inopportuna la via dell’approvazione e
costringe la Beltrami ad abbandonare la sua opera e le sue sorelle.
Cosciente che “perdendo ogni cosa si può trovare
Dio” e che “Dio solo basta!” inizia con questa grande rinuncia la sua “Notte
Oscura”, portando nel cuore aspirazioni, volontà, impegno, desiderosa solo di
compiere la Divina Volontà e, nel nascondimento e nel silenzio, offre ogni suo
dolore per la sua Opera, per le sue sorelle, per le operaie.Sempre desiderosa
di donarsi e di amare il suo prossimo ella incontra i Servi di Maria e ne
apprende la loro spiritualità, e guardando a Maria sotto la Croce apre il suo
cuore ancora più intensamente al mistero della Croce di Cristo e da essa trova
nuova fecondità per testimoniare la sua Carità evangelica.
Il 17 aprile 1910 nella Chiesa di san Giacomo in
Alessandria entra nell’Ordine Secolare dei Servi di Maria (Terz’Ordine) e un
anno dopo fa la Promessa. Anche qui ella manifesta tutta la sua profondità di
donna di fede, la sua feconda formazione e la sua tenera accoglienza, cosicché
tutta la fraternità la propone e la vuole “Maestra delle Novizie”. Questi anni
che l’hanno vista docile e fedele al progetto di Dio, anni di nuova e più
sostanziosa ricarica alla scuola del Crocifisso e dell’Addolorata, sono stati
gli anni che l’hanno preparata per il suo rientro nella Congregazione.Le Suore
Immacolatine, intanto, vivono momenti difficili e di grande disordine; diverse
suore, alcune anche prime compagne di Carolina, escono dalla Congregazione
Finalmente il sole torna a brillare sull’Opera
di Madre Beltrami; il nuovo Vescovo il 15 gennaio 1920, anniversario della
fondazione dell’Opera, richiama la buona Fondatrice al governo del suo Istituto
ed ella, umile ed obbediente, accorre per ricondurre l’Opera al suo originario
splendore e riportare serenità e pace alle sue figlie.
Nel poco tempo che rimane al governo della
Congregazione, ella si sforza di piantare sempre più profondamente nel cuore
dell’Istituto le virtù che sono all’origine della vocazione della Pia Opera
dell’Immacolata: una formazione spirituale ed umana concreta e pratica, il
restare sempre più intimamente unite al Dio-Amore, l’ansiosa ricerca
dell’unione come mezzo di santificazione, un coordinato lavoro apostolico, uno
spirito di energia ed obbedienza, di distacco e grande semplicità. Breve è
stato per Carolina Beltrami e la sua Opera questo spazio di luce e di pace,
perché nuove ombre già si avvicinano. Il buon Vescovo viene trasferito alla
sede di Genova e alcune religiose, contrarie a lei e gelose del bene che
compiva, rimaste nell’ombra ad attendere il momento opportuno per mettere da
parte la Madre e prendere loro il governo della Congregazione, subito tramano
la loro rete per raggiungere il sospirato scopo.
Tutto fa parte di un disegno della Provvidenza,
che per ciascuna creatura ha un piano diverso di santificazione. Per Carolina
Beltrami Dio ha scelto la croce del distacco e dell’incomprensione, ed ella,
mansueta e ferma nella pace del cuore e nella certezza di avere Dio, resta
ancora tranquilla in questa nuova tempesta.
Con la venuta del nuovo Vescovo subito sono
riunite tutte le direttrici delle diverse case per eleggere una nuova
Superiora. E’ eletta Superiora una certa Suor Giuseppina, che già in passato
aveva creato problemi alla Madre. Ella è subito messa da parte e, dopo poco
tempo, viene relegata in una casa alla periferia di Alessandria, al rione Orti,
un Oratorio che ella stessa aveva aperto da poco tempo. In questo nuovo
ambiente, dove a causa di cattive condizioni di vita e di ingiustizie aleggiava
uno spirito anticristiano, l’arrivo di Carolina è accolto con grande
soddisfazione ed entusiasmo, perché ella porta subito alla gente un segno
concreto di speranza, facendosi una di loro, anzi una con loro, attuando,
attraverso la sua opera educatrice ed assistenziale, una nuova azione di
evangelizzazione, una progressiva promozione della classe lavoratrice ed una
giustizia sociale sempre più profondamente concreta.
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