DON TONINO BELLO
Nato a Alessano,
18 marzo 1935 Figlio di un carabiniere e di una casalinga di una famiglia del
basso Salento, trascorse l'infanzia in Alessano, un paese prevalentemente a
economia agricola. Assistette alla morte dei fratellastri e del padre.
Dopo
gli studi presso i seminari di Ugento e di Molfetta, don Tonino venne ordinato
presbitero l'8 dicembre 1957 e incardinato nella diocesi di Ugento-Santa Maria
di Leuca. Due anni dopo conseguì la licenza in Sacra Teologia presso la Facoltà
teologica dell'Italia settentrionale e nel 1965 discusse presso la Pontificia
Università Lateranense la tesi dottorale intitolata I congressi eucaristici e
il loro significato teologico e pastorale.
Nel
frattempo, gli era stata affidata la formazione dei giovani presso il seminario
diocesano di Ugento, del quale fu per 22 anni vice-rettore. Dal 1969 fu anche
assistente dell'Azione Cattolica e quindi vicario episcopale per la pastorale
diocesana.
Nel
1978 il vescovo Michele Mincuzzi lo nominò amministratore della parrocchia del
Sacro Cuore di Ugento, e l'anno successivo parroco della Chiesa Matrice di
Tricase. Qui avrebbe mostrato una particolare attenzione nei confronti degli
indigenti, sia con l'istituzione della Caritas sia con la promozione di un
osservatorio delle povertà.
Il 10
agosto 1982 fu nominato vescovo delle diocesi di Molfetta, Giovinazzo e
Terlizzi e, il 30 settembre dello stesso anno, vescovo della diocesi di Ruvo.
Ricevette l'ordinazione episcopale il 30 ottobre 1982 dalle mani di monsignor
Mincuzzi, arcivescovo di Lecce e già vescovo di Ugento-Santa Maria di Leuca,
consacranti il vescovo Aldo Garzia, che aveva lasciato pochi mesi prima la
cattedra di Molfetta, Giovinazzo e Terlizzi, e l'arcivescovo Mario Miglietta,
della diocesi di Ugento-Santa Maria di Leuca.
Sin
dagli esordi, il ministero episcopale fu caratterizzato dalla rinuncia a quelli
che considerava segni di potere (per questa ragione si faceva chiamare
semplicemente don Tonino) e da una costante attenzione agli ultimi: promosse la
costituzione di gruppi Caritas in tutte le parrocchie della diocesi, fondò una
comunità per la cura delle tossicodipendenze, lasciò sempre aperti gli uffici
dell'episcopio per chiunque volesse parlargli e spesso anche per i bisognosi
che chiedevano di passarvi la notte. Sua la definizione di "Chiesa del
grembiule" per indicare la necessità di farsi umili e contemporaneamente
agire sulle cause dell'emarginazione.
Fu
terziario francescano.
Nel
1985 venne indicato dalla presidenza della Conferenza Episcopale Italiana a
succedere a monsignor Luigi Bettazzi, vescovo di Ivrea, nel ruolo di guida di
Pax Christi, il movimento cattolico internazionale per la pace. In questa veste
si ricordano diversi duri interventi: tra i più significativi quelli contro il
potenziamento dei poli militari di Crotone e Gioia del Colle, e contro
l'intervento bellico nella Guerra del Golfo, quando manifestò un'opposizione
così radicale da attirarsi l'accusa di istigare alla diserzione.
A
seguito dell'unificazione delle diocesi di Molfetta, Giovinazzo, Terlizzi e
Ruvo, disposta dalla Congregazione per i Vescovi il 30 settembre 1986, viene
nominato primo vescovo della nuova circoscrizione ecclesiastica pugliese.
Nel
settembre 1990 fondò, coadiuvato dal movimento Pax Christi, a Molfetta (Bari)
la rivista mensile Mosaico di Pace.
ra il
1990 e il 1992 ha scritto alcuni articoli sul quotidiano il manifesto.
Benché
già operato di tumore allo stomaco, il 7 dicembre 1992 partì insieme a circa
cinquecento volontari da Ancona verso la costa dalmata dalla quale iniziò una
marcia a piedi che lo avrebbe condotto dentro la città di Sarajevo, da diversi
mesi sotto assedio serbo a causa della guerra civile. L'arrivo nella città
assediata, tenuta sotto tiro da cecchini serbi che potevano rappresentare un pericolo
per i manifestanti, fu caratterizzato da maltempo e nebbia. Don Tonino parlò di
"nebbia della Madonna" (celebrata, appunto, in data 8 dicembre).
Morì a
Molfetta il 20 aprile 1993, e l'anno successivo gli fu conferito il Premio
Nazionale Cultura della Pace alla memoria[1]. Il 27 novembre 2007 la
Congregazione per le Cause dei Santi ne ha avviato il processo di
beatificazione. In data 30 aprile 2010 si è tenuta la prima seduta pubblica
nella cattedrale di Molfetta alla presenza di autorità religiose e civili.
Il 25
aprile 2014 il presidente della CEI Angelo Bagnasco ha inaugurato ad Alessano
la "Casa della Convivialità" a lui dedicata.
Il 18
marzo 2015 i Frati Minori Cappuccini nel Convento di Giovinazzo, in provincia
di Bari, inaugurano, alla presenza di autorità civili e religiose e del
fratello di don Tonino, Marcello, la prima statua raffigurante don Tonino
Bello. È la prima statua in tutto il mondo che raffigura il Servo di Dio.
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