SANTO GIOVANNI ANTONIO FARINA


Giovanni Antonio Farina, nacque a Gambellara (Vicenza) l'11 gennaio 1803, secondo dei cinque figli di Pietro Farina e Francesca Bellame. Fin dall'infanzia fu educato allo studio e alla pratica religiosa da uno zio paterno, per lunghi anni parroco di Cereda, frazione di Cornedo Vicentino, una piccola comunità sui colli della Valle dell'Agno.
A quindici anni entrò nel seminario vescovile di Vicenza dove frequentò tutti i corsi distinguendosi per una particolare attitudine allo studio. A 21 anni, mentre ancora frequentava i corsi di Teologia, venne destinato all'insegnamento nella scuola di Grammatica del seminario. Ricevuta nel 1827 l'ordinazione sacerdotale, rimase come docente in seminario per 18 anni, dove ricevette gli incarichi di maestro di Umanità, di Teologia pastorale, di Sacra eloquenza, di Metodica, di Catechetica e dove divenne anche bibliotecario e vice direttore dello studio teologico; fu anche canonico della cattedrale. Durante i primi 10 anni di sacerdozio prestò anche servizio come cappellano nella parrocchia cittadina di San Pietro, dove evidenziò la sua sensibilità di educatore in istituzioni scolastiche e nella elevazione culturale e morale delle ragazze della parrocchia, spesso abbandonate a sé stesse; in particolare, sostenne e innovò l'educazione e l'istruzione delle ragazze sorde e cieche.
In questa parrocchia, costituita per la gran parte da famiglie operaie, nel 1827 era stata portata da don Luca Passi l'Opera di Santa Dorotea e, nel febbraio dell'anno seguente, era stata istituita la Pia scuola di carità per le fanciulle povere. Don Antonio Farina fin dagli inizi si prese a cuore l'Opera e nel 1831 la innestò nell'altra della Pia scuola che minacciava di estinguersi; fino al 1836 le maestre furono persone secolari non vincolate da voti, ma in quell'anno - anche per dare maggiore stabilità all'istituzione - Farina favorì la costituzione di un gruppo di tre nuove maestre, che vivevano in comune e alle quali dette una regola; era l'origine delle Suore Maestre di Santa Dorotea, figlie dei Sacri Cuori, un Istituto religioso femminile che si è esteso nel tempo in Italia e in altre nazioni, dedicandosi all'istruzione e all'educazione cristiana della gioventù e prestando servizio anche negli ospedali e in istituzioni formative.
Dopo una prima grave malattia nel 1886, le sue forze fisiche si indebolirono gradatamente, tanto che la fine del 1887 la Santa sede gli accordò un coadiutore nella persona di Antonio Maria De Pol, che gli sarebbe successo nella cattedra vescovile. Un ictus lo portò alla morte il 4 marzo 1888; venne sepolto nella cappella del Cimitero maggiore della città, donde venne trasferito 10 anni dopo all'Istituto delle Suore di Santa Dorotea, oggi denominato Istituto Farina.
Dopo la sua morte la fama di santità andò crescendo negli ambienti religiosi e civili; fin dal 1897 si cominciò a ricorrere alla sua intercessione per ottenere grazie e favori celesti. Nel processo di canonizzazione si attesta che nel 1978 una suora ecuadoriana, Inés Torres Cordova, colpita da grave tumore con metastasi diffuse, guarì miracolosamente dopo avere invocato il padre fondatore insieme alle sue consorelle.
Il  4 novembre 2001 fu dichiarato beato da papa Giovanni Paolo II e il 23 novembre 2014 venne proclamato santo da papa Francesco. Egli è così il primo vescovo della diocesi di Vicenza divenuto santo, dopo i due vescovi del Medioevo proclamati beati: Giovanni de Surdis Cacciafronte e Bartolomeo da Breganze.



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