SANTA GIANNA BERETTA MOLLA



Nasce a Magenta il 4 ottobre 1922 da Alberto Beretta e Maria de Micheli, entrambi cristiani, terziari francescani. Era la decima di tredici figli, tra cui Alberto, medico missionario cappuccino; Giuseppe, sacerdote ingegnere nella diocesi di Bergamo; Virginia, medico e religiosa canossiana.
Fin dalla prima giovinezza visse profondamente la religione cattolica, secondo l'educazione ricevuta dai genitori. Ricevette la prima comunione a cinque anni e mezzo, il 4 aprile 1928. Il 9 giugno 1930 fu cresimata nel Duomo di Bergamo da mons. Luigi Maria Marelli.
Visse a Milano fino ai 18 anni. Lì frequentò la Chiesa dei Padri Cappuccini in Corso Monforte. Nel 1925, dopo la morte di alcuni fratelli a causa dell'influenza detta spagnola, si trasferì a Bergamo.
Nel gennaio 1937 morì la sorella Amalia e la famiglia andò ad abitare a Genova, nel quartiere di Quinto al Mare. Qui Gianna si iscrisse alla V ginnasio presso l'Istituto delle Suore Dorotee. In questo periodo partecipò alla vita della Parrocchia di S. Pietro, di cui era arciprete don Mario Righetti, il quale ebbe una parte significativa nella sua formazione spirituale.
Finita la quinta ginnasiale, i genitori di Gianna decisero di farle sospendere le scuole per un anno perché rinforzasse la sua debole costituzione fisica. Nell'ottobre 1941, la famiglia, a causa dei bombardamenti, ritornò a Bergamo, nella casa dei nonni materni. Fu qui che Gianna, nell'anno della maturità classica, perse entrambi i genitori, a poco più di quattro mesi di distanza l'una dall'altro.
Nell'ottobre 1942 Gianna ritornò a Magenta e si iscrisse e frequentò la facoltà di medicina e chirurgia, prima a Milano e poi a Pavia, dove si laureò il 30 novembre 1949. Anche in questi anni dell'università partecipava ogni giorno alla celebrazione eucaristica, faceva la visita al Santissimo Sacramento e recitava il Rosario.
A Pavia si inserì nella vita della comunità parrocchiale di san Martino, collaborando alle attività dell'Oratorio delle Madri Canossiane. Si impegnò, inoltre, nell'Azione Cattolica e nelle conferenze delle Dame di San Vincenzo.
Dopo la laurea in medicina, il 30 novembre 1949 Gianna aprì uno studio medico a Mesero. Si specializzò in pediatria a Milano il 7 luglio 1952. La professione per lei è una missione, come ci ricorda in queste poche righe:"Tutti nel mondo lavoriamo in qualche modo a servizio degli uomini. Noi direttamente lavoriamo sull'uomo. Il nostro oggetto di scienza e lavoro è l'uomo che dinanzi a noi ci dice di se stesso, e ci dice ‘aiutami' e aspetta da noi la pienezza della sua esistenza. Noi abbiamo delle occasioni che il sacerdote non ha. La nostra missione non è finita quando le medicine più non servono. C'è l'anima da portare a Dio e la nostra parola avrebbe autorità. Questi medici cattolici, quanto sono necessari!"[2]
Mentre compiva la sua attività professionale, accrebbe il suo impegno nell'Azione Cattolica, divenendo educatrice delle "giovanissime".
Era amante della musica, della pittura, dell'alpinismo.
Il 24 settembre 1955 sposò, presso la Basilica di San Martino a Magenta, l'ing. Pietro Molla di Mesero, dirigente alla "Saffa", la fabbrica di fiammiferi di Magenta,conosciuto pochi anni prima. Nella frazione di Ponte nuovo, dal 1956, svolse il compito di responsabile del Consultorio delle mamme e dell'asilo nido facenti capo all'Opera Nazionale Maternità e Infanzia, e prestò assistenza medica volontaria nelle scuole materna ed elementare di stato.
Fu mamma di tre bambini: il 19 novembre 1956 nacque Pierluigi, l'11 dicembre 1957 Maria Zita (detta Mariolina) e il 15 luglio 1959 Laura.
Nel 1961, verso il termine del secondo mese di una nuova gravidanza, Gianna fu colpita da un fibroma all'utero, considerato un tumore benigno. Prima dell'intervento operatorio di asportazione del fibroma, pur rimanendo consapevole dei rischi e dei danni che sarebbero potuti insorgere durante la gravidanza, chiese al chirurgo di salvare la vita che portava in grembo, anche a scapito della sua, affidandosi alla preghiera ed alla Provvidenza.
Il 21 aprile 1962, presso l'Ospedale di Monza, partorì Gianna Emanuela via cesarea e per Gianna iniziarono lunghe sofferenze. Già dopo qualche ora dal parto le condizioni generali di Gianna si aggravarono (febbre sempre più elevata, sofferenze addominali atroci causate da una peritonite settica) e, nonostante le cure praticate, le sue condizioni peggiorarono di giorno in giorno.
Il 28 aprile 1962 viene riportata nella sua casa di Ponte nuovo di Magenta, ove vi morì quello stesso giorno a soli 39 anni e da allora è sepolta nella cappella della Famiglia Molla nel Comune di Mesero.
Fu canonizzata il 24 aprile 1994, in piazza San Pietro, Gianna fu proclamata beata  come "madre di famiglia" dal papa. Iniziò quindi il processo di canonizzazione con il susseguirsi di notizie circa fatti ritenuti prodigiosi grazie alla sua intercessione.








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