NOSTRA SIGNORA DI LORETO





Agli inizi di maggio del 1291Nazaret e tutta la Palestina erano dominio dei Turchi selgiuchidi. Secondo la tradizione alcuni angeli prelevarono la Santa Casa e la portarono in volo. Il 10 maggio 1291 degli angeli lasciarono la casa a Tersatto (ora un quartiere della città di Fiume, in Croazia); furono dei boscaioli, stupiti, a trovare la piccola dimora. In quel luogo, però, i pellegrini erano spesso preda di ladri e malfattori; così, tre anni e sette mesi dopo, gli angeli ripresero la casa di Nazaret e con essa si alzarono in volo. Attraversarono l'Adriatico e appena giunti nelle Marche la posarono nei pressi di Ancona, nel luogo in cui oggi sorge la chiesa di Santa Maria Liberatrice di Posatora, il cui nome la tradizione fa derivare proprio da questo evento: posa-et-ora (fermati e prega). La Santa Casa restò in quel luogo nove mesi; poi gli angeli la sollevarono nuovamente e la posarono nei pressi di Porto Recanati, in località "Banderuola", dove ancora oggi sorge una chiesetta, ove era una selva di proprietà di una nobildonna di Recanati dal nome "Loreta", per cui i pellegrini dicevano: "Andiamo dalla Madonna di Loreta" e da tale espressione popolare venne poi dato il nome alla cittadina di Loreto. Nella selva di Loreta, furono dei pastori a vedere una luce abbagliante uscire dalle nubi e, dietro la luce, la casa. Il luogo era però troppo vicino al mare e dunque esposto ai pericoli delle incursioni turche; inoltre anche lì cominciavano ad accorrere malfattori per derubare i fedeli che giungevano in pellegrinaggio. Otto mesi più tardi la Casa è stata nuovamente spostata dagli angeli, su un terreno di proprietà di due fratelli, i conti Simone e Stefano Rinaldi di Antici, che però presto iniziarono ad approfittarsi dei pellegrini e poi anche a contendersi i guadagni. Di nuovo gli angeli, dopo quattro mesi, sollevarono in volo la casa e la posarono, nel dicembre del 1296, al centro della strada che da Recanati va al suo porto, e dunque in un luogo pubblico, che nessuno avrebbe potuto reclamare e sfruttare. Il luogo scelto si trovava sulla cima di una collina (il monte Prodo).

La Madonna di Loreto, detta anche Vergine Lauretana, fin dal secolo XVI rivestita di un caratteristico manto ingioiellato, detto dal matica, è la statua venerata nella Santa Casa. Si tratta di una Madonna Nera: la sua particolarità è il volto scuro, comune alle icone più antiche, dovuto spesso al fumo delle lampade ad olio e delle candele o a cambiamenti chimici subiti dai colori originari. In alcuni casi sono rappresentate appositamente nere, a ispirazione del Cantico dei cantici dove si dice: “Bruna sono, ma bella” e più avanti, rivolgendosi alle amiche: “Non state a guardare che sono bruna perché mi ha abbronzata il sole” (1, 5-6), ed in questo caso il Sole è figura di Dio.
La statua originaria, risalente al XIV secolo, fu trafugata dalle truppe napoleoniche nel 1797, e poi restituita col Trattato di Tolentino e finita a Roma. Durante il periodo di esilio il culto della Vergine Lauretana nella Santa Casa di Loreto fu affidato al simulacro in legno di pioppo (identico all'originale) oggi conservato a Cannara (PG) e che attualmente rimane l'unico esemplare del periodo napoleonico, dopo l'incendio della statua originale del 1921, ad essere stato venerato nella Santa Casa. La statua originale ritornò nel Santuario con un viaggio da "Madonna pellegrina" di otto giorni, dove giunse a Loreto il 9 dicembre 1801.
Nel 1921 divampò un furioso incendio all'interno del sacello che incenerì la scultura. Per volere di Papa Pio XI, venne subito scolpita una nuova immagine simile alla precedente, utilizzando il legno di un cedro del Libano proveniente dai Giardini Vaticani. Fu modellata da Enrico Quattrini ed eseguita e dipinta da Leopoldo Celani. Nel 1922 il papa la incoronò nella Basilica di San Pietro in Vaticano e la fece trasportare solennemente a Loreto.
Il culto della Santa Casa di Loreto e della Madonna Nera è vivo in molte altre chiese in tutto il mondo, dove in alcuni casi è presente una replica fedele della costruzione conservata a Loreto.

Uno dei Miracoli attribuiti all'intercessione della Vergine di Loreto è Lorenzo Rossi del 1959.
Lui aveva una broncopolmonite, il piccolo Lorenzo era in fin di vita, scosso da terribili attacchi di tosse, e spasmi su tutto il corpo che ad un certo punto  lui si fa cianotico.
L’occhio è vitreo, il polso è quasi nullo, persino la dottoressa che tanto aveva fatto fino a quel momento per incoraggiare la mamma di Lorenzo, le riferisce che il cuore di Lorenzo ha smesso di battere.
La madre del piccolo afferra a quel punto una boccettina di olio benedetto proveniente dal Santuario della Santa Casa di Loreto, lo versa sulla fronte del bambino, e prende a massaggiargli il petto chiamandolo disperatamente: Lorenzino mio! Tanto basta per il verificarsi di uno dei miracoli della Madonna di Loreto.
Tra lo stupore di tutte le persone che erano lì intorno, e che avevano ormai constatato il trapasso del bambino, Lorenzo ricomincia a respirare: il cuore torna a battere, il volto torna roseo, gli occhi si aprono e fissano la madre con intensità. La dottoressa che pochi attimi prima aveva comunicato alla madre la morte di suo figlio, grida immediatamente al miracolo. La Madonna di Loreto aveva appena salvato una piccola vita.

Uno dei miracoli della Vergine di Loreto ….ma ci sono tanti altri.






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